Attualità

Vinix Unplugged Unconferences | Chi guiderà le Guide

pubblicata il 19.06.2013

Filippo Ronco è un romantico. E ai romantici non si può maltrattarli nemmeno quando fanno cose così così. Se poi fanno le cose bene, come bene è venuta quest'anno la non-conferenza dei Magazzini del Cotone, si può solo voler loro bene. Oltre 170 persone pronte a intervenire. Ai tempi della crisi, quasi un'adunata oceanica.
Nella prima sessione mattutina di domenica ha raccolto attorno ad una tavola-rotonda-senza-tavola quattro autorevoli personaggi oltre - indegnamente affiancandolo - allo scrivente. L'argomento era, ma detto meglio, "cosa ce ne faremo dei contenuti generati dagli utenti e se mai ci serviranno per fare una Guida che interessi a qualcuno". C'erano Fabio Rizzari, una di quelle voci che è opportuno ascoltare per peso e qualità; Fiorenzo Sartore, la spumeggiante coscienza critica del "liquido" Intravino che nel cuor mi stette; Marco Palazzo, co-founder 2Spaghi; Roberto Adami, co-founder Il Mangione. Delicata, come sempre, la conduzione "british" di Mike Tommasi.
L'argomento è vasto e interessante. Trattato con il piglio informale tipico dell'assemblea a microfoni aperti, ha raggiunto bene il suo scopo: quello di formulare le domande a cui poi dovremo trovare la risposta. Ad esempio, se esiste ancora una domanda di guide "guidate" da una volontà critica selettiva; qual è la sostenibilità economica delle guide digitali; quale invece il modello di business delle directory commentate. Quali, infine, le ragioni di una certa timidezza, di una certa pieghevolezza della critica enogastronomica italiana, e perchè la contiguità di tanta stampa con i centri di produzione nel nostro paese si trasforma in poca credibilità, mentre all'estero è normale che un distributore di Borgogna scriva una autorevole, credibile, definitiva guida al Borgogna.
Ecco, almeno abbiamo evitato lo stucchevole confronto guide di carta VS guide digitali, visto che il concetto da indagare è se ha un senso una "guida": cioè se  qualcuno interessa che una persona, un gruppo di persone, un editore filtri la realtà e selezioni le informazioni in modo strutturato.
Il secondo punto interessante è quanto è difficile "curare" i contenuti degli utenti quando spesso sono interessi terzi rispetto a quello della semplice testimonianza a prevalere: amicizia, inimicizia, interesse, o semplice stoltezza. Esilarante, ed epigrammatico, l'aneddoto riferito dall'ineffabile Sartore, subatomico indagatore particellare di paperissime digitali,  di quello chef che consigliava ai commentatori un locale vicino a quello commentato, dove c'era un bravo cuoco molto preparato, dove si stava molto meglio. Il locale era il suo.

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