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Pagine da Mangiare | Su Torino neve e zenzero con Stefania Bertola

pubblicata il 22.11.2012

Non risulterebbe a oggi che neurologi, fisiologi e gli altri studiosi di varia provenienza che osservano il modo in cui si sa ciò che si sa si siano ancora applicati alla pasticceria, minuta o di altra taglia. In attesa che i neuroscienziati ci illuminino di ipotesi anche in questo campo, sarà utile rivolgersi al ben congegnato romanzo rosa di Stefania Bertola A neve ferma. Palcoscenico della storia è una pasticceria, molto elegante, torinese, con riferimenti riconoscibilissimi - per i torinesi, almeno - a locali realmente esistenti. Vi si possono ammirare il seducente servizio di sala - con annessa soave direttrice - e il fervido laboratorio, dal quale escono inappuntabili classici e le folgoranti, originali combinazioni di sapori che hanno reso celebre in tutto il mondo il nome dell'esercizio. La protagonista è una giovane donna con uno spiccato talento per le creazioni dolci: la pacata Emma dalla bellezza  ottocentesca, incline all'ordine e all'obbedienza. Come in ogni romanzo sentimentale che si rispetti, l'esistenza la mette di fronte ad avversità, sulle quali Emma saprà trionfare grazie al carattere tenace, e soprattutto perché incline a un'esecuzione perfetta fine a se stessa, attitudine essenziale in una buona pasticciera. Le vicende sono quelle, tumultuosamente esilaranti, di un concorso internazionale per la creazione di un dolce da distribuire su tutti i mercati del mondo - con caffè, mandorle e zenzero ingredienti obbligati. Gli abili accenni ai pensieri e alle preferenze di Emma - che l'autrice dissemina abilmente fra le pagine - rappresentano un bel ritratto di giovane creatrice: la sua capacità di sbattere gli albumi (a mano, naturalmente) fino a portarli allo stato di neve ferma, la sua padronanza delle operazioni fondamentali: dal bagnomaria alla cottura nei forni ventilati, l'adesione fisica, sensuale, agli ingredienti come via per una nuova combinazione che sia inattesa e perfettamente equilibrata nelle sensazioni. Le sfumature della storia professionale della giovane donna non sono in niente inferiori a quelle della sua vita amorosa. A libro chiuso si rimane con l'idea - anche questa in perfetto equilibrio tra il familiare e l'inatteso - che sì, l'intonato anello di fidanzamento che l'eroina riceve arrivi proprio al momento giusto. Ma che altrettanto importante sia la meravigliosa fuga di immagini - tanto gustative quanto concretamente commerciali - che si scatena nei suoi pensieri al momento di rifinire il prototipo della sua nuova torta. È quella irrefrenabile galleria mentale a rendere chiaro, per Emma, chiarissimo (zenzero a parte) chi è lei e in quale modo sappia ciò che sa e che sa fare.  

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