Al LAC si parla di Soul Food con Morato
Abbiamo imparato qualcosa in più su come ricette e tradizioni culinarie caratterizzino culture e società, facendo una full immersion nel Soul Food americano in compagnia di Morato. Perchè se vi diciamo sandwich con burro d'arachidi e marmellata vi vengono subito in mente gli States, giusto?
È forse attraverso il cibo che si rappresenta nel migliore dei modi la società in cui si vive, o da dove veniamo? La risposta è affermativa con un buon margine di sicurezza: il cibo è un elemento culturale primario, e come tale crea identità. Per capire meglio il valore antropologico di ciò che cuciniamo e portiamo in tavola, siamo andati al LAC, un vero e proprio laboratorio antropologico del cibo, nel cuore del Giambellino, a Milano.
Si aprono le porte del LAC, dove il cibo è antropologia
Un luogo dove si incontrano culture, passioni per la cucina, lingue e usanze diverse. Dove il cibo è rappresentazione di Paesi e culture lontane e vicine. Giulia Ubaldi, direttrice e ideatrice del LAC ha dato vita a questo spazio, dove persone varie con qualifiche differenti, accomunati da una profonda passione per la cucina e dalla voglia di trasmetterla, presentano le proprie origini in casseruole fumanti e merende dal ricordo carico di sentimento.
Al LAC si fanno corsi (36 corsi diversi della durata di 2 ore) durante i quali si parla, si cucina e si mangia insieme attorno a un tavolo. C’è chi prepara, chi prende appunti, chi si scambia consigli. Si parte dal cibo, con le sue contaminazioni e le sue ricchezze, per arrivare ad intrecciare autobiografie e abitudini. I corsi sono tenuti da migranti di prima, seconda e terza generazione. Sono cuochi professionisti, ma anche casalinghe, rifugiati. E tra una lezione di pasticceria venezuelana vegana, e le ricette eritree di injera e zighinì, abbiamo scoperto il “cibo dell’anima”, quello della comunità afro-americana degli Stati Uniti.
Soul Food: ciò che metti tra due fette di pane ti riporta a casa
Dal LAC del Giambellino siamo partiti con l’immaginazione verso Harlem, o le cittadine del sud degli States. Nelle case degli afromericani, dove il cibo è sempre stato anche strumento di lotta contro le discriminazioni razziste. È qui che è nato il Soul Food, il cibo dell’anima, della condivisione della domenica dopo le messe gospel. Chef William Mustafa Jr e Ilaria Vitale hanno portato al laboratorio antropologico del cibo il ricettario di nonna Granny Joe. Un intero menù Soul Food realizzato con l’alimento onnipresente nella cultura afroamericana: il pane. Morato, che dal 1970, anno in cui è stata inaugurata la prima bottega nel centro di Vicenza, si impegna a tenere viva la tradizione fornaia, ci ha messo la materia prima più pop e versatile che ci sia.
Le ricette del Menù: dalla colazione al panino Soul Food
Come inizia la giornata quando si fa colazione Soul Food? Con un Have a Nice Day sandwich: frittatina con spinacino, pomodorini caramellati, e provola, honey mustard a farcire due fette di pane Protein e Fiber Morato, rigorosamente tostate. L’American Bagel, tra i panificati più gustosi del brand vicentino, è stato usato per il classico brunch: Lox Bagel con salmone, cream cheese e salsa orangette, ossia metà arancio emulsionato con olio d’oliva e un pizzico di sale (bella idea!).
Dal menù preparato durante la serata al LAC copieremo di certo un finger food perfetto per l’aperitivo, ovviamente in puro stile Soul Food: la Gunkan Tarte con salsa tonnata a base di avocado. Le Sputinelle integrali e riso nero di Morato diventano una perfetta base su cui spalmare la tonnata senza maionese ma con avocado, lime, zenzero, e tonno, alla quale aggiungere poi cetriolini, uova di lompo o di salmone e foglioline di menta.
Arriviamo al panino che tutti vorremmo saper preparare a regola d’arte: il Club Sandwich. Qui in versione Soul: pollo marinato e cotto alla piastra; maionese (anche vegetale, con latte di soia); lattuga, pomodoro, cipolle croccanti e chips di patate. Strati golosi tra due fette di American Sandwich Morato, pensato proprio per l’iconico panino, ma anche per la merenda più buona e dolce: il French Toast con lamponi e sciroppo d’acero. “Got the munchies for some soul food”, cantava Tupac in “Dopefiend’s Diner” (Ho voglia di un po' di cibo per l'anima, ndr), e qui abbiamo un intero menù per nutrirla.
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