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Ovetti Kinder e salmonella: tutte le tappe della vicenda

pubblicata il 21.04.2022

Centocinquanta casi in una decina di Paesi in Europa, segnalazioni anche in Italia, ritiro dei prodotti dal mercato e rischio psicosi: passo dopo passo, che cosa è successo e dove. Iniziando da dicembre.

Prima qualche caso all’estero, prevalentemente nell’Europa settentrionale, poi un ritiro dal mercato anche in Italia “per motivi precauzionali”, poi alcuni casi segnalati nel nostro Paese, con un 12enne di Ravenna e la sorella che sono stati male dopo avere mangiato un ovetto di cioccolata: quella del 2022 è una Pasqua che in Ferrero difficilmente dimenticheranno.

La vicenda è ancora in divenire (ci sono indagini all’estero, analisi commissionate dal Nas dei carabinieri, esposti di ong e associazioni di consumatori), ma vogliamo provare a fare un po’ di chiarezza: di seguito mettiamo in fila le date, cercando di capire cos’ha fatto l’azienda di Alba, cos’è la salmonella, quali rischi corrono le persone e come scoprire se abbiamo in casa prodotti da non consumare.

Cioccolato e salmonella, i primi dubbi a dicembre

In Italia, del caso degli Ovetti Kinder si è iniziato a parlare ad aprile: martedì 5, Ferrero dà notizia di un “richiamo precauzionale di alcuni lotti di Kinder Schoko-Bons” che il giorno 6 viene confermato sul sito del ministero della Salute nella pagina dedicata alla Sicurezza alimentare (la stessa dove vennero pubblicati gli allarmi sull’ossido di etilene in gelati e burger vegetali). Nel momento in cui scriviamo, 6 avvisi su 10 sono relativi a questo problema. Che però risale a molto prima di aprile.

Secondo quanto ricostruito da Efsa ed Ecdc, che in Europa si occupano di sicurezza alimentare e prevenzione delle malattie, a dicembre 2021 un ceppo di salmonella sarebbe stato rilevato in un serbatoio di latticello nello stabilimento Ferrero ad Arlon, in Belgio. È quello in cui l’azienda ha sospeso la produzione l’8 aprile e di cui le autorità sanitarie belga hanno disposto la chiusura: qui non è ben chiara la sequenza temporale, anche se in effetti sarebbe utile sapere quale decisione è arrivata prima.

Comunque sia, l’inizio di aprile è oltre 3 mesi dopo il primo caso rilevato, che arriva dall’Inghilterra e risale al 21 dicembre, 4 giorni prima del Natale. All’epoca non era ancora stato stabilito un collegamento con i cioccolatini Kinder, e però qualche sospetto Ferrero doveva averlo: due diverse fonti (le autorità europee e la stessa azienda) dicono che già il 15 dicembre nell’impianto di Arlon “sono state adottate misure igieniche e aumentati campionamenti e test dei prodotti e dell'ambiente di lavorazione” dopo che “Ferrero ha individuato e bloccato lotti contaminati da salmonella”. Quando i nuovi test hanno dato esito negativo, produzione e distribuzione dei prodotti sono riprese.

Solo che il problema era tutt’altro che risolto: il 23 marzo, le autorità britanniche informano l’azienda italiana che i suoi prodotti potrebbero essere fonte di contaminazione da salmonella, il giorno 30 l’allarme raggiunge anche la Francia, dove il 4 aprile viene deciso il ritiro dei prodotti usciti da Arlon, principalmente Kinder Surprise e Schoko-Bons. L’8 aprile, in Italia vengono richiamati anche i Kinder Sorpresa Pulcini, Puffi e Miraculous, mentre l’azienda “rassicura che le uova GranSorpresa sul mercato italiano non sono coinvolte dal richiamo, perché prodotte ad Alba”.

A oggi, il focolaio di salmonella da prodotti di cioccolata ha riguardato soprattutto bambini sotto i 10 anni in una decina di Paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito, Spagna e Svezia), per un totale di 150 casi in un periodo di tempo tutto sommato limitato. Sono tanti o sono pochi? Per avere un termine di confronto, va considerato che in Europa ogni anno se ne verificano mediamente circa 90mila.

I numeri dei lotti e come capire se li abbiamo in casa

Il 12 aprile, come già aveva fatto la settimana precedente, Ferrero spiega con precisione quali sono le confezioni dei prodotti richiamati e come riconoscerle. Intanto, i nomi esatti: -       Kinder Sorpresa x 6 Pulcini -       Kinder Sorpresa Maxi 100 g Puffi -       Kinder Sorpresa Maxi 100 g Miraculous -       Kinder Schoko-Bons 125 g -       Kinder Schoko-Bons 46 g

Per verificare di non averne comprato uno appartenente ai lotti ritirati è necessario controllarne il numero (sul retro, oppure su ogni singolo ovetto nel caso di Kinder Sorpresa x 6 Pulcini): si deve cercare un codice alfanumerico che inizia con la lettera L e non consumare quelli il cui numero termina con RZ, LZ, R03 oppure L03.

Salmonella e cibo, qualche consiglio per ridurre il rischio

La salmonella è una malattia infettiva dell'apparato digerente provocata dall’omonima famiglia di batteri dopo il contatto con superfici o alimenti contaminati: fra i cibi più facilmente associati a questo disturbo ci sono carne, latte, uova e salumi. Nel caso di Ferrero, quello che è probabilmente successo è che nell’impianto di Arlon si sia verificato un errore nella filiera di controllo e sanificazione e che i batteri siano finiti nei serbatoi di latticello, un sottoprodotto della trasformazione in burro della panna che è un ingrediente fondamentale nell’industria dolciaria. Da lì si sono poi diffusi, perché la salmonella non sopravvive al calore ma invece resiste al freddo e al congelamento.

Come si capisce, la cottura è un efficace sterilizzante, e per ridurre il rischio di contaminazione valgono alcune regole di buon senso: tenere separati gli utensili usati con gli alimenti crudi da quelli che si useranno con quelli cotti e pulire le mani dopo avere toccato prodotti crudi. Con il latte, che ormai viene pastorizzato, i rischi sono minimi, ma con le uova è utile qualche accortezza in più: se sul guscio si nota sporcizia, meglio non lavarla (l'acqua potrebbe facilitare l’ingresso della salmonella all’interno) e invece spazzolarla via, come si fa con i funghi.

In generale e tranne rare eccezioni, è comunque importante ricordare che la salmonella è più fastidiosa che pericolosa: soprattutto nei bambini, si manifesta sotto forma di una gastroenterite per cui non è solitamente nemmeno necessaria l’assunzione di antibiotici. In età adulta e in persone più fragili può avere conseguenze più gravi, ma i casi di questo tipo risultano decisamente rari.

Emanuele Capone

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