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Nella "sua" cucina, Carlo Cracco torna in tv, non stupisce ma diventa un caso

pubblicata il 01.10.2019

Abbiamo visto il nuovo programma di cucina, oggi si dice cooking show, con protagonista lo chef Carlo Cracco e ci ha abbastanza deluso. Le premesse erano però chiare: “Nella mia cucina – Una ricetta con Cracco”, questo il titolo della trasmissione, è un contenitore di intrattenimento sponsorizzato da una nota marca di arredamento, oggi si dice Branded Entertainment. La marca ha cioè comprato quello spazio tv, come funziona con una telepromozione, inserendo il proprio prodotto, una cucina, all’interno di una sceneggiatura. La marca è la stessa che aveva fatto sì che Carlo Cracco, scelto come testimonial, ci mostrasse in una pubblicità il suo Living, con annesso bagno e cucina.

L'IDEA MOLTO DEBOLE - Riavvolgiamo il nastro: “Nella mia cucina – Una ricetta con Cracco” va in onda alle ore 19.40, dal lunedì al venerdì su Rai2 per una ventina di minuti e per un totale di 20 puntate. L'orario è però ballerino, a causa dei bassi ascolti.

La struttura è molto semplice e ricorre a un escamotage che ricorda una delle prove in voga a MasterChef Italia, il talent tv di cui Carlo Cracco è stato uno dei giudici, dal 2011 al 2017, e grazie al quale è diventato un personaggio molto popolare.

Lo chef vicentino accoglie in ogni puntata un/una concorrente, non proprio bravo ai fornelli: il cuoco amatoriale deve realizzare in contemporanea a Cracco la stessa ricetta seguendo quanto detto dallo chef, senza potersi mai girare, sino al faccia a faccia finale. Una struttura detta Back to Back di cui You Tube è piena zeppa di esempi. 

La trasmissione vede, inoltre, la partecipazione di Camilla Boniardi, nota sui social come Camihawke, professione influencer, ora si dice web creator, che commenta la pseudo gara dietro le quinte, con gli amici del concorrente. Notiamo come il successo su Facebook e Instagram non sia garanzia degli stessi risultati in tv. I due mezzi hanno logiche molto diverse.

ASCOLTI BASSI - Il programma è abbastanza noioso e infatti non è piaciuto non solo a noi, scatenando una questione politica con tanto di interrogazione parlamentare: i bassissimi ascolti ne farebbero, in altri casi, cancellare la messa in onda dalla Rai, che però in questo caso è vincolata da un contratto pubblicitario con Scavolini, marchio che finanzia il tutto.  

A noi l'indignazione sembra eccessiva. La tv ha bisogno di nuove idee, ma anche di denari. E guardando al passato, Carosello ci ricorda che contenuti "sponsorizzati" possono avere una buona qualità e adeguata dignità. Che gli chef, star contemporanee, attirino sponsor pubblicitari, lo sappiamo da tempo. 

Verrebbe da dire "provaci ancora chef".

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