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Pagine da Mangiare | Italo Calvino e la cucina da leggere

pubblicata il 07.11.2012

Negli anni Settanta, le single non esistevano. Certo: donne che vivevano sole ce n'erano tante anche allora, ma era difficile descriverle tralasciando quell'orlo di mancanza quasi implicito nell'idea di un'abitazione solitaria: non persone autonome, ma donne senza. Senza una famiglia, senza un marito, senza figli. E di sicuro non esisteva la categoria demografico-commerciale corrispondente: sugli scaffali dei negozi di alimentari le confezioni erano sempre troppo grandi per loro. Un ritratto femminile in quell'epoca di trasformazione ce lo offre Italo Calvino, nel suo elaboratissimo romanzo Se una notte d'inverno un viaggiatore. E per cornice del ritratto, di tutti gli spazi di una casa di donna sola, lo scrittore sceglie la cucina. "La cucina è la parte della casa che può dire più cose di te". Con un'elegante scelta retorica, la descrizione si svolge in assenza dell'inquilina. Il protagonista maschile si aggira fra le stanze abitate dalla donna che ha conosciuto da poco, alla ricerca di tracce che gliela facciano conoscere meglio, che lo facciano - forse - innamorare di lei. L'attenzione ai particolari, le ipotesi che si spalancano da ciascuno di essi sono già un minuzioso ragionamento amoroso. Disposizione degli arredi e degli oggetti di cucina - "da potertici muovere con praticità e senza troppi sforzi, cercando di non fermartici troppo ma anche di poterci stare non di malavoglia" - utensili a portata di mano, che "fanno pensare a ricette elaborate ed estrose", elettrodomestici come "utili animali". L'uomo che esamina tutto questo non sa trattenersi dall'immaginare ogni attrezzo o provvista come un segno del carattere e delle abitudini di una persona della cui vita ignora quasi tutto. Perfino "le collane di teste d'aglio appese a portata di mano" indicano ai suoi occhi "un rapporto coi cibi non distratto o generico". La pagina culmina con l'apertura del frigorifero, dove si possono vedere: un uovo, mezzo limone quasi rinsecchito, crema di marroni, olive nere, scorzobianca in vasetto. Da questa lista eteroclita si spande il lieve fascino di una vita non conforme alle abitudini più tradizionali. La persona che usa quella cucina non è una ragazza (come scappa scritto a Calvino qualche pagina prima), ma una donna "estroversa e lucida, sensuale e metodica". Una donna che cucina per sé sola con la stessa cura che metterebbe nel farlo per altri e "qualche volta anche per altri ma con disinvoltura", come se lo facesse solo per sé. Una persona senza senza, una donna della quale ci si potrebbe innamorare solo a vederne la cucina.

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