Attualità

Il Sabato del Villaggio | Post (Orgasmic Chill), ovvero il Paradiso della Marketta

pubblicata il 24.12.2011

Sembra il Neolitico, quando brillanti relatori adrenalinici entusiasmavano le platee degli operatori Niù Midia con elettrizzanti presentazioni multimediali fitte di effetti stroboscopici, colori sovrasaturi, grafici iperbolici, citazionismi aforismatici, casi di studio dal sapore profetico-catastrofista, colonne sonore alla it's-the-end-of-the-world-as-we-know-it-and-I-feel-fine. Ci dicevano che era finito il tempo del war marketing, quella cosa brutta e cattiva dove oscuri persuasori occulti cercavano di farci fare cose che non avevamo nessuna voglia di fare facendoci vedere cose che non avevamo voglia di vedere. Ora c'era l'Internet, con l'articolo e con la maiuscola, c'erano tutti questi giovani - e un nutrito gruppo di quarantenni scravattati si guardava e faceva sì con la testa - e c'eravamo noi che invece. L'Internet, dicevano, era il luogo dove può accadere solo quello che vuoi tu, perchè nessuno poteva infliggere ad alcuno il supplizio di sorbirsi una quantità debordante di messaggi indesiderati, falsi e manipolatori. Almeno non senza permesso. Noi, invece, ci abbiamo creduto. Oggi, che il Neolitico è passato da tempo e citare il permission marketing è come chiedere ad un meccanico contemporaneo se l'auto che non parte per il freddo ha problemi allo spinterogeno, anche l'indegno bloghettino qui presente è stato finalmente coinvolto nel progresso. Contravvengo oggi a due delle norme che mi sono imposto da sempre, perché domani è Natale e siamo tutti più buoni. La prima è il garbo, perché sono fomentato alla ruvidezza dalla rara cifra di cretinismo comunicazionale della "proposta di affiliazione gratuita" che ho ricevuto. La seconda è quella della riservatezza, ma l'iniziativa della Edizioni BE è in rotta di collisione così diretta con tutto quello in cui credo che vale la pena per una volta di spendersi, e spendersi contro. Da tempo infatti si parla di queste agenzie che sobillano i blogger a scrivere post "redazionali" pagandoli una fischiata, sfruttando la credibilità eventualmente costruita e mascherando la comunicazione sotto forma di informazione indipendente e destrutturata. Li chiamavan markette. Qui si raggiunge il Nirvana della Marketta: addirittura il post viene scritto direttamente dall'azienda e/o dall'Agenzia e/o dallo staff, dice, "con una forma di testo garbata, rispettosa dei tuoi lettori e allineata il più possibile alla forma di scrittura utilizzata oggi sui blog". A parte che sperare che l'azienda e/o l'Agenzia e/o lo staff possa scrivere post allineati alla forma di scrittura di questo blog è come sperare che io corra i cento metri piani allineato con Usain, trovo veramente gigantesca l'idea di innescare un sistema in cui una terza parte viene autorizzata tout court ad inserire dei contenuti in un blog a fini pubblicitari. Facciamo così: se mai qualcuno volesse dire qualcosa ai milletrè utenti di AdG chiama Vinoclic, paga, e - negli appositi spazi segnalati da una cornicetta - glielo dice. Oppure può provare a farmi assaggiare i suoi prodotti, rischiando che ne scriva male o affatto. Altrimenti possiamo tranquillamente continuare ad ignorarci in deo gratia. Ah, la mia risposta? "Stigmatizzo e biasimo questa iniziativa". Immagine: dal Web

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