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Il Sabato del Villaggio | Perchè prima o poi una prenotazione al ristorante dovrà diventare qualcosa che non è un contratto, ma ci somiglia bene.

pubblicata il 14.04.2012

Mettiamo che ti venga la malsana idea di acquistare un'auto. Nuova. Puoi trovarti di fronte a due situazioni: la prima, nella quale la vettura è in pronta consegna, e allora ti siedi, scegli l'auto,  firmi il contratto, paghi interamente il prezzo convenuto, poi passi il giorno dopo (o qualche giorno dopo se ti va male) e ritiri la fiammante. Oppure la vettura non è disponibile e la ordini: versi una caparra, aspetti settimane o mesi, quando l'auto è pronta vai a pagare, e il giorno dopo (o qualche giorno dopo se ti va male) ritiri la fiammante. In entrambi i casi, se non mostri il soldo non vedi il cammello; nel secondo manco lo puoi sognare se non lo "prenoti" raffermando la tua volontà con un deposito. Una cauzione, una garanzia, un acconto. Se cambi idea nel primo caso vai davanti ad uno specchio e ti offendi in diretta, nel secondo puoi tentare di contrattare una wayout con il venditore: ma come minimo devi essere psicologicamente preparato a perdere la cauzione. E questo è perfettamente giustificato e comprensibile a tutti, perchè il venditore mette in atto tutta una serie di comportamenti che gli causano dei costi, che non può arrischiarsi a sostenere seduto sui tuoi sbalzi d'umore. Poi ti viene l'idea di andare a cena fuori. Telefoni, dici che vai in uno, due, sette. Il ristoratore scrive sulla paginetta, e quelle sedie sono tue: le hai comprate per una sera. Ma succede che cambi idea: lei ha un attacco di mal di testa - succede - l'amico questiona con la fidanza, all'amica muore il gatto. Ecco le due situazioni tipiche: A) spengo il telefono e non mi faccio più trovare B) chiamo e disdico, magari proprio prima di andare. Cosa vuole mi dispiace, ma è un imprevisto dell'ultimo minuto. I seggiolini, poltroncine, cadreghe, del ristorante resteranno vuoti. Il ristoratore ha fatto la spesa per te (anche) e non ha venduto ad altri le tue sedie. In gergo legale: lucro cessante, danno emergente. Tombola. La differenza tra il comportamento sub A) e sub B) si differenzia solo per la buona educazione del cliente, ma al portafoglio del ristoratore infligge in entrambi i casi un discreto uppercut. A sala piena di sabato sera perdere un tavolo da 8 alle 2030 - metti - su 40/50 coperti è un knock down vero. Ho chiesto: perchè non si può avere un numero di carta di credito. Non dico per un prepagamento, o una cauzione, ma la garanzia di addebito di una penale dichiarata in anticipo in caso di no-show. Avviene negli hotel, allo stadio, sugli aerei. Ma al ristorante no, non si può. "Il cliente si irrita", dice. Niente da fare, nutrire gli affamati è un'attività dalla dignità professionale a scartamento ridotto, sembra.

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