Attualità

Il Sabato del Villaggio | Germogli, fiori e zampe d'elefante

pubblicata il 27.04.2013

Un giorno ci dissero che dovevamo mettere i Levi's a zampa d'elefante, e li mettemmo. Poi ci dissero che dovevamo metterli con i vaqueros, e li mettemmo, corrompendo le nostre mamme con voti altissimi a scuola in cambio dell'agnognato stivale. Poi camminammo con i tacchi all'indentro sul bordo senza orlo dei calzoni, lo consumammo e lo rovinammo, strascinandoceli dappertutto. E quando pioveva l'acqua risaliva la gamba fino al ginocchio, ma resistevamo e dicevamo Uh, Levi's mentre suonavamo gli Zeppelin a volume omicida. Certo, c'erano gli altri, quelli che portavano i Wrangler a sigaretta, si mettevano il Tenax nei capelli, le Clark's e quell'altra giacca assurda blu con il colletto di velluto verde, mentre suonavano Barry White a volume omicida. Ci infilavamo il K-Way blu ed eravamo felici e sudati. Quelli delle Clark's andavano con il Ciao, lentissimo motorino da precisini. Noi rocker andavamo con il Peugeot 103, a cui avevamo bucato la marmitta il primo giorno. L'importante era suonare i dischi di vinile a volume screanzato e guardare la faccia delle vecchiette mentre R.Plant gridava Squeeze My Lemon. E insomma era tutto un dire che quell'ingrediente lì ci vuole, perchè sennò le ragazze non ti considerano. L'amarezza venne quando scoprimmo che non ci consideravano lo stesso, e salivano sulle Golf di quelli con la patente: poi comprammo le Golf, ma questa è un'altra storia. Anche adesso portiamo i Levi's, ma sono i 501: normali. Quando andiamo al ristorante, o quando beviamo un bicchiere di vino: troviamo gli ingredienti e i vini a zampa d'elefante. Dei secondi non è dato di occuparsi. Dei primi invece, un paio di zampe d'elefante ce le possiamo raccontare. Nella cucina d'oggi la più zampa d'elefante di tutto sono i germogli, seguiti a ruota dai fiori eduli. Il fatto è che praticamente c'è un unico fornitore, di quei germogli lì: e se non hai l'orto di Crippa - e ce l'hanno in pochi - ti trovi a comprare le stesse cose negli stessi posti, e a fare gli stessi piatti, che sembrano proprio gli stessi piatti: e quindi a Catania come a Bolzano, a Brindisi come ad Aosta ti trovi la fogliolina ad infiorare qualsiasi roba: sia un fuagrà sia un Granchio Imperiale Lillà della Kamchatka. Poi c'è la rapa rossa: e in più d'uno direbbe Insomma, barbabietola. Una giuria internazionale di 18 saggi l'ha decretato ingrediente dell'anno 2011, dopo averlo trovato in 100 menù di 100 ristoranti di 100 città, nessun senza. Poi è venuto il sedano rapa: ma non fu vera gloria, perchè il 2012 è stato l'Anno del Topinambour. Ne mangiammo: riso, purè, centrifugato, fritto, lesso, brasato, allo spiede. Poi avemmo gelato, e il titolo fu meritato. Nel 2013 si sta profilando un netto successo della scorzonera, che abbiamo visto anche in salmì. Ma la concorrenza è forte: la pastinaca e la pimpinella sono in gran spolvero. Vado a prendere i pop corn. Di Quinoa.

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