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Cos’è la dieta del restart ormonale, come funziona e come farla

pubblicata il 07.06.2022

Una dieta che ci promette di rimetterci in sesto in meno di un mese: per capire come funziona, ne abbiamo parlato con la giornalista scientifica Margherita Enrico.  

C’è la serotonina, detta anche ormone della felicità, che regola il nostro umore. Ci sono il cortisolo, la melatonina, gli estrogeni, il glucagone, l’insulina e molti altri, ognuno responsabile di alcune funzioni che hanno a che fare con il nostro organismo. Gli ormoni sono tantissimi, influiscono sui livelli di fame, stress, sul desiderio sessuale e sulle capacità cognitive: il problema è che già prima dei 30 anni possono essere alterati da tensione, sedentarietà e da abitudini alimentari sbagliate.  Concentriamoci sull’ultimo punto: su Cucchiaio abbiamo già visto come gli ormoni possano condizionare il nostro comportamento a tavola (sì, anche spingerci verso il junk food), farci dormire meglio o peggio, ingrassare o dimagrire, ma davvero è possibile basare un intero regime alimentare su di loro?  “Certo che è possibile, perché eventuali deficit ormonali condizionano anche i gusti alimentari, l’apprezzamento o il mancato gradimento per alcuni cibi, aggravando eventuali carenze in un circolo vizioso”, ci ha risposto la giornalista scientifica Margherita Enrico, autrice, insieme con il dottor Emanuele De Nobili, di “La dieta del restart ormonale” (Sperling & Kupfer, 336 pp., euro 17,90). Ligure di nascita, romana di adozione, Enrico è al 16esimo libro (il terzo dedicato al tema degli ormoni) e all’inizio della nostra chiacchierata le abbiamo chiesto di spiegarci meglio il concetto di “circolo vizioso legato alle eventuali carenze alimentari: “Se ho un deficit di cortisolo (l’ormone che regola i livelli di stress, ndr), avrò attacchi di fame, voglia di cibi dolci e rifiuterò la carne”, finendo dunque per mangiare in modo poco equilibrato. Altro esempio: “Se una donna ha carenza di estrogeni, sarà portata a consumare più verdure, cosa che la spingerà a sviluppare alcune carenze”, che a loro volta faranno scendere ancora i livelli di estrogeni. Appunto finendo in un “circolo vizioso” da cui è difficile uscire.  Difficile, ma non è impossibile: “È ormai scientificamente provato che, anche dal punto di vista ormonale, gli alimenti si possono dividere in 3 categorie. Possono essere benefici, indifferenti oppure dannosi - ci ha detto ancora Enrico - Se usiamo i cibi sbagliati, saremo portati a ingrassare o dimagrire senza apparente motivo, solo che il motivo sono gli ormoni”.

L’importanza delle “antiche abitudini”

Il segreto, e il punto centrale del libro, sembra quello di riuscire a ristabilire il giusto equilibrio ormonale, così che il nostro corpo agisca in maniera più efficace e anche assimili i cibi in maniera più efficace. L’importante è trovare i cibi giusti per noi, e il modo per farlo, secondo Enrico e De Nobili, direttore del Longevity Medical Center di Merano, è tornare a quelle che nella parte iniziale del volume sono descritte come “Le antiche abitudini”.   Che cosa s’intende? Come forse s’intuisce, s’intende tornare a mangiare come si mangiava una volta: Enrico ci ha ricordato che “rispetto all’Homo Sapiens, il nostro codice genetico è cambiato più o meno per l’1%” e che in sostanza “siamo ancora quell’organismo lì, abituato a essere cacciatore e raccoglitore, che cacciava ma prevalentemente mangiava quello che trovava, recuperava o raccoglieva”. Questo non vuol dire tornare alle abitudini dell’uomo primitivo, ma almeno a quelle dei nostri nonni: “Mangiamo troppa carne rossa, praticamente ogni giorno, mentre dovremmo mangiarla una volta alla settimana e non di più”, ci ha detto ancora Enrico. Dobbiamo rispettare le nostre origini, genetiche e alimentari: “Se da Genova vado a vivere a Roma, farò fatica con il cibo, perché le mie abitudini alimentari non sono quelle - è stato l’esempio dell’autrice del libro - Se un cittadino cinese viene a vivere in Europa, farà fatica con il cibo, perché il suo organismo è abituato ad altro”. E perché le sue abitudini alimentari non sono quelle. E se mangia cibo sbagliato per lui, manderà in crisi il suo equilibrio ormonale. Cosa che lo porterà a mangiare altro cibo sbagliato per lui, e appunto a finire nel “circolo vizioso” di cui si diceva all’inizio.

Il programma: 28 giorni per ristabilire l’equilibrio

Da qui, da questo concetto di tornare a fare quello che facevamo una volta, prende le mosse il programma dietetico sviluppato da De Nobili ed Enrico, che parte da un concetto importante, quello dell’orario in cui si mangia (sì: ricorda un po’ i princìpi della cronodieta): “La cena, l’ultimo pasto della giornata, dovrebbe avvenire poco dopo il tramonto e mai troppo tardi, per rispettare il ritmo circadiano e non sballare i livelli di melatonina”. Che è un altro ormone molto importante per la nostra salute.  Detto questo, la dieta del restart ormonale si basa su un programma articolato in 28 giorni e 5 fasi: “La prima dura 3 giorni ed è un momento detox, in cui vanno tolti tutti i cibi che i nostri antenati non avevamo, appunto per tornare alle origini”. Dunque, almeno per i primi 3 giorni, niente glutine, lattosio, caffè e alcolici. Successivamente, gli alimenti vengono introdotti quotidianamente e gradualmente: nella seconda fase (giorni 4-7) spazio ai legumi e a cereali come grano saraceno, quinoa e riso; nella terza (giorni 8-14) torna il pesce; la quarta (giorni 15-21) è prevalentemente proteica; nella quinta fase (giorni 22-28) si vede spuntare poca, pochissima carne, preferibilmente bianca.  Nel libro ci sono anche le ricette consigliate per i vari pasti della giornata, e dunque ci sono le quantità giuste degli ingredienti, ma l’impressione è che sia più un’indicazione che un’imposizione: “L’idea era quella di guidare le persone, di permettere loro di imparare e di dargli una sorta di educazione alimentare”, ci ha confermato Enrico, aggiungendo che “questa non è una dieta rigida e inflessibile”.  Due i concetti che l’autrice ha voluto sottolineare durante la nostra chiacchierata: che anche la cottura è molto importante (dunque: “No alla griglia e alle alte temperature, ma sì ai tempi lunghi e alle basse temperature”) e che si può mangiare bene e sano senza rinunciare al gusto e a provare piatti buoni e anche di altissimo livello. Per dimostrarlo, uno degli eventi di presentazione del libro si è tenuto fra i tavoli di Da Vittorio, il tristellato Michelin di Brusaporto (in provincia di Bergamo), dove “i fratelli Cerea hanno preparato un intero menu con le nostre ricette”.

Ritrovare la “forma fisica ottimale” (e poi non perderla)

Invece, i due argomenti su cui abbiamo voluto insistere noi riguardano il capitolo del libro dedicato a “La forma fisica ottimale” e il solito problema delle diete, che quando le si smette si rischia di tornare dove si era partiti.  Il primo punto: al giorno d’oggi, in epoca di body positivity e di accettazione di tutti i corpi, ha ancora senso parlare di “forma fisica ottimale”? Enrico ci ha spiegato che “la nostra non è una questione di aspetto estetico ed esteriore”, ma è “essere sani e stare bene, con un fisico asciutto, con capelli forti e una bella pelle, non artefatti”. Insomma: “Inutile farsi belli fuori, con ritocchi estetici e trucco, se dentro cadiamo a pezzi. Dobbiamo ristabilire il nostro equilibrio ormonale, perché ci sono 30enni che hanno già i capelli bianchi a causa dei livelli di melatonina sballati e c’è chi ingrassa solo in certi punti, di nuovo per colpa di uno squilibrio ormonale”. Secondo l’autrice, infine, “con la nostra dieta non si torna al punto di partenza: una volta ritrovato l’equilibrio ormonale, non lo vuoi perdere più e non lo perdi più, semplicemente perché i cibi che lo provocano, non li cerchi più e non ti attirano più”. E che succede se si sgarra e non si segue il programma per un pasto, o per una giornata intera? “Si può, e non succede nulla: si torna ai 3 giorni di detox e si riparte da lì”.  Sembra facile, ma è ovviamente meglio verificare se si è in grado di farlo: come su Cucchiaio facciamo sempre quando affrontiamo questi tempi, e come è scritto chiaramente pure sul libro di Enrico e De Nobili, anche qui raccomandiamo di rivolgersi a un medico e consultarlo per capire se la dieta del restart ormonale sia adatta o meno alle proprie caratteristiche fisiche.

Le altre diete spiegate dal Cucchiaio d’Argento

Nel tempo ci siamo occupati di vari stili alimentari, appunto cercando di aiutare i lettori a capire se andassero bene per loro. Ecco quelle di cui abbiamo scritto più di recente:

Sirt, la dieta seguita dalla cantante Adele

Il metodo Tabata, scelto dalla cantante Noemi

Atkins, Dukan, Keto e le altre diete low-carb

Il digiuno intermittente

La cronodieta

Emanuele Capone

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