Attualità

Quarant’anni dopo la nascita dei paninari, chiude il McDonald’s di San Babila

pubblicata il 01.12.2022

Ufficiosamente a causa degli affitti troppo alti, addio allo storico punto vendita nel cuore della città. Che quando ha aperto la prima volta, non era un McDonald’s.

Quando ha aperto, nel 1981, c’erano i galli e le sfitinzie (rispettivamente i ragazzi e le ragazze cool, che si vestivano nel modo giusto, alla moda) e c’erano gli arterio, che sono quelli che oggi chiamiamo boomer. Quando ha aperto, il McDonald’s di San Babila, nel cuore di Milano, non era un McDonald’s: si chiamava Burghy, marchio della catena di supermercati GS, passato solo nel 1996 sotto l’ala della multinazionale statunitense del fast food.

Adesso chiude (l’ultimo giorno dovrebbe essere il 6 dicembre), ufficiosamente perché gli affitti della zona sarebbero diventati troppo alti, e con lui si chiude un’epoca, quella dei paninari, iniziata appunto oltre quarant’anni fa, con i giovani milanesi che si ritrovavano per mangiare un hamburger vestiti con i piumini Moncler e i bomber, i jeans Levi’s, le scarpe Timberland, le cinture El Charro e le borse Naj-Oleari. Come quando ha chiuso il primo McDonald’s aperto a Mosca, a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la questione non è tanto l’addio a un punto vendita quanto a tutto quello che rappresentava. All’inizio degli anni Ottanta, nella piazza dei cosiddetti sambabilini, tendenzialmente politicizzati e di destra, avevano conquistato spazio nuove generazioni, una sorta di via di mezzo fra il mood della “Milano da bere”, il disimpegno e però la voglia di essere “giusti” a tutti costi. Iniziando appunto dal look.

Dov’è (dov’era) il McDonald’s di San Babila:

 

Come scritto dall’edizione milanese del Corriere della Sera, il rinnovo del canone d’affitto, con un probabile aumento, sarebbe stata l'ultima tegola per l’azienda, che ha dunque deciso di cessare l’attività. Nella cattiva notizia, ce n’è una buona: i 35 dipendenti del punto vendita, all'angolo tra Corso Europa e Largo Toscanini, non perderanno il posto, ma hanno scelto dove essere ricollocati, prevalentemente (secondo quanto spiegato dai sindacati) tra piazza Duomo e galleria Fontana. 

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