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Chef’s Table: Pasticceria, perché guardare la nuova docuserie di Netflix

pubblicata il 12.04.2018

Si chiamano Will Goldfarb, Christina Tosi, Corrado Assenza, Jordi Roca e sono il poker d’assi dell’alta pasticceria che Netflix svela nella sua nuova docuserie tv Chef’s Table: Pasticceria. Uno dei format più di successo del canale di streaming nel quale si raccontano le vite e i piatti più famosi di celebri chef – nella prima stagione c’è stata anche una puntata dedicata a Massimo Bottura - si dedica per la prima volta ai dessert e ai loro creatori.

Quattro episodi con quattro protagonisti differenti: ognuno con la propria storia e la propria idea di pasticceria. Dai dolci più tradizionali a quelli più sperimentali, Chef’s Table: Pasticceria è un vero e proprio viaggio in giro per il mondo, tra America, Italia, Spagna e Bali alla scoperta di chi fa di un dolce la sua ragione di vita. D’altronde, come dar loro torto? Noi abbiamo visto in anteprima gli episodi del documentario, online dalla mezzanotte di venerdì 13 aprile ed ecco i motivi per cui ci sono piaciuti (e vi piaceranno).

Will Goldfarb vi piacerà perché non si arrende mai Il New Yorker lo ha definito il “Golden Boy” della pasticceria, che scopre la sua vocazione quando è all’università e cerca in tutti i modi di diventare il migliore. Come? Ricominciando ogni volta da zero. Will Goldfarb adesso è uno dei pastry chef più famosi al mondo con il Room4Dessert di Bali, ma la sua storia è costellata di imprevisti. Dopo una gavetta che lo porta a Parigi, Firenze e poi a Barcellona al fianco di Albert Adrià nel famoso ristorante El Bulli decide di dedicarsi completamente alla pasticceria nella sua città, New York, convinto di essere il più bravo di tutti. Il risultato? Dal primo ristorante in cui lavora viene licenziato e anche dal secondo. Il terzo è finalmente un successo, che però deve abbandonare a causa di una malattia. Ed è a questo punto che, invece di arrendersi, approda a Bali, mixando ad arte le materie prime dell’isola con le tecniche di pasticceria imparate nel corso degli anni, per dei dessert esotici e curati in ogni dettaglio. Vedere la sua rivisitazione della meringa per credere.

Christina Tosi vi piacerà perché facendo i biscotti vi sentirete come lei Può una catena di bakery americane essere talmente rivoluzionaria (e deliziosa) da entrare a far parte di una serie tv dedicata ai maestri della pasticceria? Evidentemente sì, se la sua fondatrice è Christina Tosi, classe 1982, originaria dell’Ohio, che con la sua Milk Bar si è guadagnata anche la stima del New York Times. In America è famosissima, tanto da essere stata nel 2015 la prima giudice donna dell’edizione di Masterchef Usa (un po’ come la nostra Antonia Klugmann quest’anno). Il suo più grande merito è quello di aver unito l’arte della pasticceria europea con la tradizione più casalinga americana fatta di cookies, pie e cereali, rendendo così le sue creazioni pop e sofisticate al tempo stesso. Nella puntata, infatti, non la troveremo impegnata a cercare la fava di cacao perfetta in Equador o a realizzare dolci molecolari: uno dei suoi più grandi successi è la panna cotta al sapore di cornflakes.

Jordi Roca vi piacerà perché non c’è nulla che non possa diventare un dessert Jordi Roca è l’executive pastry chef di quello che è considerato uno tra i migliori ristoranti al mondo, l’El Celler De Can Roca di Girona, in Spagna, tre Stelle Michelin. Per lui è il ristorante di famiglia, gestito con i fratelli Joan – chef – e Josep, sommelier. Quella per la cucina, però, non è stata subito una passione folgorante: il più piccolo dei fratelli, infatti, rischiava di essere la pecora nera fino a quando il pastry chef Damian non gli ha trasmesso tutta la sua passione, scoprendo in Jordi un vero e proprio genio. Tutto, infatti, può diventare un dessert: dalla terra dei boschi in cui andava da bambino fino al tabacco, passando per il gol del suo calciatore preferito Lionel Messi.

Corrado Assenza vi piacerà perché è impossibile resistere alle granite (anche con le ostriche) La serie tv americana torna in Italia: dopo Massimo Bottura, arriva Corrado Assenza con il suo Caffè Sicilia di Noto. Un vero e proprio laboratorio dove tradizione siciliana e modernità s’incontrano: basterebbe vedere la scena della preparazione e friggitura dei cannoli per essere soddisfatti, così come quella del gelato. Il bello di Corrado Assenza, però, è il suo spingersi un po’ più in là, iniziando “ad abbattere dei muri tra dolcezza e sapidità, cosa che nella cucina storica siciliana era considerata un’eresia”, come racconta. Nascono così i piatti che lo hanno reso celebre, come la sua granita con mandorle ostriche e peperoncino candito. E sì, vi verrà voglia di assaggiarla.

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