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Carne vegetale, la prima volta di Beyond Meat: aperto uno stabilimento anche in Cina

pubblicata il 10.09.2020

Nate più o meno nello stesso periodo (alla fine della prima decade dei Duemila) e nello stesso posto (la California), Impossible Foods e Beyond Meat sono le due aziende più conosciute fra quelle che producono la cosiddetta non-carne, alternativa a base vegetale ai prodotti di derivazione animale. Da subito, però, hanno seguito 2 strategie commerciali parecchio diverse: Impossible si è concentrata sul mercato interno, mentre Beyond si è impegnata molto anche sull’esportazione, tanto che i suoi prodotti sono disponibili pure in Europa, Italia compresa.

ALLA CONQUISTA DELLA CINA

Per entrambe, in futuro, il mercato fondamentale sarà però un altro ancora, quello cinese: la Cina produce (e consuma) una fetta importante della carne disponibile nel mondo (secondo la Fao, sino a 50-60 kg per persona ogni anno), e fare breccia fra quei consumatori è fondamentale per avere successo a lungo termine. Beyond Meat sta andando proprio in questa direzione: all’inizio di settembre, l’azienda americana ha firmato un accordo per aprire un suo stabilimento nella zona industriale di Jiaxing, a poca distanza da Shanghai, dove appunto produrre alternative plant-based a carne rossa, pollo e maiale. L’impianto dovrebbe essere completamente operativo all’inizio del 2021 e Beyond è la prima azienda occidentale del crescente settore della non-carne a raggiungere questo risultato.

UN NEGOZIO ANCHE ONLINE 

Non è tutto, perché nella sua strategia di espansione, a fine agosto Beyond Meat ha anche messo online un sito dove fare conoscere e soprattutto vendere i suoi prodotti di maggiore successo, insieme con confezioni esclusive introvabili nei supermercati e nei punti vendita tradizionali. In epoca di pandemia, rischio di nuovi lockdown e impossibilità di uscire di casa, l’idea è quella di permettere alle persone di avere comunque accesso a questi prodotti, facendoseli consegnare a domicilio. Al momento le vendite sono riservate al solo mercato americano.

LA FORZA DEI NUMERI 

Del resto, come sul Cucchiaio scrivemmo già lo scorso giugno con l'articolo Il 2020 e il boom della carne vegetale, questo è un momento d’oro per le aziende impegnate in questo settore, probabilmente anche a causa del coronavirus: secondo l’istituto di ricerca Nielsen, le vendite di carni “alternative” sono salite del 206% all’inizio di marzo rispetto allo stesso periodo del 2019 e poi ancora del 279% alla fine dello stesso mese. È un discorso che vale per tutto il mercato del plant-based: fra 2017 e 2019, le vendite sono salite complessivamente di quasi il 40% e adesso il giro d’affari sfiora il miliardo di dollari.

Foto di apertura Beyond Meat

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