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Abbiamo una spiccata intelligenza nutrizionale, cioè preferiamo istintivamente i cibi più nutrienti

pubblicata il 25.05.2022

Le nostre scelte alimentari sono più sagge di quanto immaginiamo. Un nuovo studio dimostra che i nostri gusti tendono verso una dieta bilanciata, e non solo verso le calorie.

Se mangiassimo solo torte, o solo pizza, nel tempo la nostra salute ne farebbe le spese. Non ci vuole un dietologo per capirlo, e infatti nessuno di noi (o quasi) mangia tutti i giorni il suo cibo prediletto. Se vogliamo cucinare ricette che siano salutari, oltre che buone, non si tratta di disciplina (o almeno non solo): istintivamente sappiamo scegliere gli alimenti che ci servono, non solo quelli più buoni. Lo suggerisce una ricerca pubblicata di recente sulla rivista Appetite, che mette in discussione alcune delle nostre convinzioni.

Come gli altri animali?

Da tempo la scienza non ha dubbi: gli altri animali hanno un’innata “saggezza nutrizionale”. Anche se non sanno cosa sia una dieta bilanciata, scelgono con cura cosa mangiare. Diversi esperimenti e osservazioni su ratti, polli, scimmie e pecore hanno dimostrato che non cercano solo le calorie nel cibo, ma anche le vitamine e sali minerali, cioè i micronutrienti indispensabili per stare in salute. E se hanno una carenza specifica, sanno benissimo cosa mangiare per rimediare.

E le persone? Secondo un vecchio esperimento del 1939 gli umani non sarebbero da meno. La ricercatrice Clara Davis scoprì che i bambini, lasciati liberi di mangiare quello che volevano, combinavano gli alimenti in modo diverso, ma erano sempre capaci di soddisfare le loro esigenze nutrizionali. Un esperimento però non basta, e questo era anche molto discutibile dal punto di vista etico, avendo usato dei bambini come “cavie”. La questione, quindi, è rimasta in sospeso. Almeno fino ad ora.

La saggezza nutrizionale (di nuovo) alla prova

Per la nuova ricerca, il professore di psicologia sperimentale Jeff Brunstrom si è alleato con Mark Schatzker, un giornalista specializzato in alimentazione. Per testare l’ipotesi hanno selezionato 128 adulti e hanno mostrato loro le foto di diversi piatti che contenevano un frutto o una verdura (questo perché, spiegano gli autori, nei vegetali le differenze tra i nutrienti sono più marcate). In un esperimento i volontari dovevano abbinare due piatti tra loro (per esempio, quello con la mela e quello con la banana), scegliendo quello che avrebbero mangiato più volentieri. In un altro dovevano invece scegliere, tra due abbinamenti proposti, la coppia che preferivano (per esempio, carota e mela contro sedano e zucchina).

In entrambi i casi le persone hanno scelto, in media, i cibi che abbinati fornivano più micronutrienti. Secondo le analisi statistiche questo effetto era superiore rispetto a quello atteso dal puro caso. In aggiunta agli esperimenti, nello studio pubblicato su Appetite Schatzker e Brunstrom hanno anche analizzato il database di diari alimentari dello UK National Diet and Nutrition Survey, scoprendo anche in questo caso le persone abbinavano i cibi in modo tale da aumentare l’apporto di micronutrienti. Da questi dati gli autori concludono che, in qualche modo, anche noi sappiamo istintivamente cosa dobbiamo mangiare per stare bene.

E allora come mai mangiamo male?

Se esiste davvero la saggezza nutrizionale, allora bisogna spiegare perché tanti di noi hanno una dieta sbilanciata, anche quando non ci sarebbe difficile, in teoria, procurarci gli alimenti che ci servono. A questa domanda dovranno rispondere altri studi, ma intanto Mark Schatzker ha una teoria, che ha condiviso in un’intervista a Medical News Today. Come ha scritto nel suo best-seller The Dorito effect, l’industria alimentare ha cambiato il sapore di quello che mangiamo, e sarebbe proprio il sapore a guidarci verso i micronutrienti. Da una parte, l’agricoltura intensiva spesso porterebbe a prodotti meno saporiti, perché privilegia la grandezza e la quantità rispetto al gusto. Dall’altra abbiamo facile accesso a cibo spazzatura, scarsamente nutriente ma molto gustoso perché insaporito artificialmente. “in altre parole l’industria alimentare potrebbe usare la nostra saggezza alimentare contro di noi” ha concluso Schatzker.

Stefano Dalla Casa

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