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Miele dell'Himalaya: cos'è e come si raccoglie il miele prodotto dalle api più grandi del mondo

pubblicata il 09.11.2022

L’uscita del film Il ragazzo e la tigre, anche in Italia, ha riacceso l’interesse per il Mad Honey del Nepal. Che può incuriosire, ma sarebbe meglio comprare con attenzione: qui spieghiamo perché.

C’è il sale dell’Himalaya, sulle cui reali proprietà ci sono ancora parecchi dubbi, ma forse non tutti sanno che c’è anche il miele dell’Himalaya, che è ancora più raro, costoso e difficile da trovare.

In Italia se n’è tornato a parlare dopo l’uscita nei cinema di Il ragazzo e la tigre, in cui i due protagonisti (un ragazzo e una tigre, appunto) durante le loro peripezie in Nepal fanno anche visita a una delle due comunità che si definiscono “cacciatori di miele”. E che appunto raccolgono il Mad Honey dalle pendici dell’Everest. Di seguito rispondiamo alle 5 curiosità più diffuse su questo prodotto, anche con l’aiuto dell’apicoltrice Alessandra Giovannini, dell’associazione Ambasciatori dei Mieli, cui già ci eravamo rivolti per farci spiegare i problemi del miele cinese.

Cos’è il miele pazzo e perché si chiama così?

Mad Honey (miele pazzo, appunto) oppure miele allucinogeno: sono queste le due denominazioni più note per il miele dell’Himalaya, che arriva da due regioni precise nel Nepal centrale e nel Nepal orientale, poco distante dalle pendici dell’Everest (mappa qui sotto). Si chiama così perché è appunto in grado di provocare vertigini e allucinazioni: le tribù che ne fanno uso, Gurung e Kulung, “lo usano soprattutto per motivi rituali”, come ci ha spiegato Giovannini.

Come si raccoglie il Mad Honey?

È un’impresa non facile, come ben raccontato dai colleghi di Montagna TV: viene prodotto dalle api più grandi del mondo, le apis laboriosa dorsata, che possono essere grandi anche 3 centimetri, in alveari posizionati su pareti rocciose a strapiombo nel vuoto, a oltre 2500 metri di altitudine. Due volte l’anno, in autunno e in primavera, i cosiddetti cacciatori di miele si arrampicano su scale fatte di canapa o bambù, lunghe anche 200 metri, sino ad arrivare agli alveari: circondati dalle api, e praticamente senza indossare protezioni, le stordiscono con il fumo e usano bastoni per staccare i favi e farli cadere in cesti posizionati più sotto. Da cui poi viene ricavato il miele, che ha colore rossiccio.

 

Il miele allucinogeno arriva solo dal Nepal?

No: si trova anche in Turchia, in particolare nella parte orientale del Paese, quella che si affaccia sulle sponde del mar Nero. È questa la varietà di Mad Honey che arriva più facilmente in Occidente e ha le medesime proprietà perché ha la medesima provenienza.

Si può mangiare il miele pazzo?

Sì, però sarebbe meglio di no: Giovannini ci ha spiegato che questo miele è allucinogeno “a causa della graianotossina, una neurotossina che si trova nei fiori di specifiche varietà di rododendro” (quelle che appunto crescono in Nepal e in alcune zone della Turchia). E visto che le api raccolgono il nettare da questi fiori, la neurotossina finisce poi nel miele. L’opinione comune è che 1-2 cucchiaini ogni tanto si possano consumare e che a piccole dosi non sia pericoloso, ma il parere dell’esperta che abbiamo consultato è chiaro: “Non va mangiato, soprattutto dai bambini, perché il rischio di stare male c’è ed è concreto”.

In effetti, anche in Nepal non viene usato come cibo ma prevalentemente come rimedio contro alcuni disturbi (contro la tosse, per esempio) e si ritiene abbia proprietà antidolorifiche e antisettiche.

Quanto costa e dove si può comprare?

Se non dovessero essere sufficienti le raccomandazioni o gli esempi di chi ha subìto veri e propri avvelenamenti o intossicazioni, per dissuadere i più ardimentosi potrebbe bastare ricordare i prezzi del miele allucinogeno. Che in Italia non è in vendita e non si trova nei negozi da più o meno da 4-5 anni: online è disponibile, ma può arrivare a costare anche 50-80 o addirittura 300 euro per barattoli da 125-300 grammi. 

Emanuele Capone

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