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Quella della Giardiniera di Morgan è una bella storia di famiglia e imprenditoria made in Italy. Ti piacerà!

pubblicata il 16.11.2022

L’abbiamo scoperta un po’ per caso, l’abbiamo assaggiata, ci è piaciuta (molto) e abbiamo deciso di raccontarvela. Perché l’Italia in cucina è ricca di tradizione ma anche di novità inaspettate.

La storia della Giardiniera di Morgan sembra un po’ quella del tiramisù, che sarebbe nato come dolce in un ristorante e avrebbe avuto talmente tanto successo che i clienti lo compravano per portarselo a casa. Quella sembra un po’ una leggenda, mentre qui di leggenda non ce n’è: le cose sono proprio andate così, come ci ha confermato lo stesso Morgan.

Che non è l’ex frontman dei Bluvertigo, ma il 48enne Morgan Pasqual, che ha iniziato a preparare la giardiniera che porta il suo nome nel ristorante 5 Sensi, che gestiva insieme con la moglie a Malo, in provincia di Vicenza: “È stata un po’ un’idea sua, mi chiedeva di farla nel tempo libero per accompagnare alcuni piatti - ci ha raccontato con un sorriso - E visto che in un ristorante di tempo libero ce n’è poco, ne facevo poca”. Ma poi sempre di più: “Ai clienti è piaciuta subito ed è piaciuta molto, la chiedevano e addirittura la chiedevano al momento di prenotare il tavolo, anche rinviando la visita sino a quando fosse stata pronta”. E così Morgan e la moglie Luciana (in questa storia i nomi sono importanti) hanno iniziato a preparare la loro giardiniera non solo per accompagnare i piatti, ma per venderla da sola, in barattoli di vetro messi vicino alla cassa e da portare a casa. Come il tiramisù, appunto.

“Siamo stati bravi, ma anche fortunati”

Questo succedeva fra 2004 e 2005, ma l’attività che c’è dietro alla Giardiniera di Morgan è iniziata qualche anno dopo. Ed è stato per un mix di sfortuna, fortuna e capacità: “Fra 2008 e 2009, la crisi della ristorazione ha colpito duro il Nord-Est, con il ristorante abbiamo iniziato a fare fatica e abbiamo avviato anche un’attività di catering, che però è troppo legata alla stagionalità - ci ha spiegato Morgan - L’unica cosa che non sembrava soffrire era la nostra giardiniera, e dunque abbiamo iniziato a valutare l’idea di farne un business vero e proprio”.

I primi tentativi sono stati limitati al Veneto, anche per capire se c’era un mercato per questo tipo di prodotto: “Chiedevamo ai clienti, facevamo confronti con la giardiniera preparata dalle loro e dalle nostre nonne, mamme, zie. Anche per vedere se stavamo andando nella direzione giusta”. Decisamente sì: quest’anno, proprio alla metà di novembre, la Giardiniera di Morgan ha festeggiato il decimo compleanno e ormai la sua produzione dà lavoro a una quarantina di persone. Il ristorante 5 Sensi è stato chiuso nel 2013 e non c’è più (“ma l’attività di catering sì”, ci ha detto Morgan), però il business della giardiniera compensa ampiamente, visto che la famiglia Pasqual ne produce 80-100mila vasetti l’anno.

Non avanzi, ma verdure coltivate solo per questo

Storicamente, la giardiniera è un piatto povero (qui c’è la nostra ricetta), che nasceva in qualche modo dagli avanzi. Meglio, dalla sovrapproduzione degli orti estivi, dalla volontà non tanto di non sprecare quanto di conservare le verdure per poterle consumare anche d’inverno: “È un piatto tipico dell’Italia settentrionale, perché al Centro, e soprattutto al Sud, questa esigenza c’era e c’è di meno”, ci ha ricordato Morgan.

Si consuma come antipasto o come contorno per carni lesse, bolliti, salumi e formaggi, ma non per forza dev’essere fatta con quel che avanza dall’orto. Decisamente, quella di Morgan non lo è: “Le verdure che utilizziamo sono coltivate appositamente per questo, le compriamo soprattutto in Veneto ma non è un obbligo”. Per le carote, per esempio, si rivolgono a produttori in Sicilia, “perché buone come da loro non ce n’è”. Questo fa capire che la giardiniera ha un po’ una sua stagionalità, anche se ormai è disponibile tutto l’anno: “Seguiamo il ritmo della natura, a novembre ci sono più peperoni, fra dicembre e gennaio è la volta del radicchio, poi a marzo con la primavera si ricomincia il giro con tutto il resto”.

Una parte della materia prima arriva anche dalla provincia di Rimini, dall’orto coltivato dai ragazzi della Comunità di San Patrignano: questo aprirsi al resto d’Italia ha anche permesso a Morgan e alla sua famiglia di scoprire che “ci sono diversi modi di fare la giardiniera e anche diversi modi di consumarla”. Per esempio, “in Emilia la apprezzano di più con l’olio e con sedano e cipolla, e dunque abbiamo iniziato a farla anche così”.

Vasetti ispirati ai figli (e alla moglie)

Sì, perché di Giardiniera di Morgan non ce n’è una sola, ma ce ne sono 5. Cioè: la Giardiniera di Morgan è una sola, ma poi c’è anche quella di Luciana, quella di Anna, di Giada e di Giovanni. Le differenze sono ben spiegate online, e dunque non le abbiamo approfondite. Abbiamo però chiesto il perché di questi nomi: “Sono quelli dei membri della mia famiglia e anche i barattoli, e il loro contenuto, sono ispirati alle loro caratteristiche”, ci ha detto Morgan. In che senso? “La Giardiniera di Giada ha il tappo blu perché mia figlia Giada ha gli occhi blu, la confezione di quella di Anna è fatta così perché all’epoca lei era piccola e burrosa, mentre il vasetto di quella di Giovanni è alto e stretto perché lui è così, uno spilungone magro”.

Quanto costa e dove si compra

La Giardiniera di Morgan non è un prodotto economico: un vasetto da 1000 ml costa 19 euro. Ma il fatto di stare nella fascia alto del mercato ci è parso intenzionale, chiacchierando con il suo ideatore: tanta ricerca delle materie prime, tanta cura per il confezionamento (“non volevamo prescindere dal vetro”, ci ha detto per esempio), tantissima attenzione ai dettagli per arrivare a “regalare un effetto wow a ogni apertura, un po’ come quando sei al ristorante e ti portano il piatto che avevi ordinato”.

Ha senso, da questo punto di vista, la scelta di non essere presente nei supermercati: il prodotto si compra solo nelle gastronomie o nei negozi di alimentari oppure anche nello shop online dell’azienda, “che ci permette di arrivare anche in zone meno servite dalla nostra rete di distribuzione”. E pure all’estero: “È ancora una parte minima del nostro business, però vendiamo anche in Europa, negli Stati Uniti e addirittura in Giappone e in Australia”. E chissà come se la cavano, dall’altra parte del mondo, di fronte alle domande di Che Giardiniera sei?, il test semiserio che dovrebbe aiutare i clienti a capire quali sono i loro gusti alimentari con una serie di quesiti non tutti legati al mondo della cucina. Se lo fate, attenzione alla domanda su Ping e Pong: è a trabocchetto.

Emanuele Capone

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