Attualità

Torna il Festival delle Sagre Astigiane: ricette tradizionali e costumi d'epoca

pubblicata il 29.08.2018

Agnolotti, risotti, tagliatelle e polente negli abbinamenti più vari. E' una vera sagra delle sagre con più di 80 piatti della tradizione da assaggiare per un intero weekend: sabato 8 e domenica 9 settembre ritorna ad Asti il Festival delle Sagre Astigiane, quest'anno alla sua 45^ edizione. Una manifestazione unica che riporta la città piemontese nelle atmosfere dell'Ottocento, tra costumi d'epoca e ricette tradizionali da degustare. 

LA GRANDE SFILATA

Si inizia di prima mattina con la sfilata storica nelle vie cittadine animata da 3000 figuranti in costumi d’epoca, a piedi, sui carri trainati dai buoi piuttosto che dai roboanti trattori “a testa calda”. Ogni paese, con la sua pro loco, mette in scena il lavoro nei campi, i mestieri, le feste contadine e i riti religiosi, dalla vendemmia al battesimo, dalla battitura del grano alla festa di leva. GUARDA LA GALLERY.

IL VILLAGGIO DEI BUONGUSTAI

La sfilata termina in piazza Campo del Palio, dove decine di casette, una per ciascuna pro loco, disegnano i confini del villaggio che arriva ad ospitare fino a 200.000 buongustai, provenienti dall’Italia e dall’estero. Qui, un piccolo esercito di cuochi prepara e serve al pubblico, pazientemente in fila, il menu più ricco e variegato di ogni tempo.

I PIATTI

Tajarin di mais al sugo di salsiccia, Risotto ai funghi, Pesche al Moscato d’Asti, Agnolotti d’asino, Polenta fritta con gorgonzola, Croccanti di nocciole, Tinche in carpione, Trippa calda con cipolle, Tagliatelle all’uovo con tartufo, Ravioli con il “plin", Bunet, Bagna cauda, Pane arrostito con pomodoro e uva, Frittura di lumache, bollito misto, vitello tonnato e la lista continua. Sono più di 80, divise tra antipasti, primi, secondi e dolci, le ricette tradizionali, tramandate di generazione in generazione e cucinate con materia prima di territorio.

L'AMBIENTAZIONE

Acquista inoltre speciale rilevanza l’arredamento e l’ambientazione con soluzioni tanto felici e precise di alcune delle strutture che appaiono come locali emblematici in cui il tempo si è fermato. Si va dal pavimento in cotto d’epoca al portone a pannelli intagliati, dai centrini e dai paralumi fatti a mano alle tendine ricamate, dai grandi ritratti ovali dei nonni appesi alle pareti, alle angoliere pregiate ed alle madie dell’ottocento. E poi, un po’ ovunque, fanno bella mostra di sè attrezzi agricoli del passato ormai rari come gioghi, tridenti, rastrelli, zappe e roncole, paioli e pentole, botti, tini, bigonce e torchi, arcolai, fusi e rocche, bordature e finimenti per cavalli ed, ancora ceste di peperoni, rigogliosi vasi di fiori e pannocchie di granoturco. GUARDA LA GALLERY.

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