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Vi raccontiamo l’idea della Open Carbonara di Barilla

pubblicata il 06.04.2023

In occasione del Carbonara Day, l’azienda presenta con un bel cortometraggio la sua iniziativa per una cucina rispettosa della tradizione ma anche di un mondo in continuo cambiamento.

“Gabriele la carbonara non la può mangiare”. E non la può mangiare perché dentro c’è il guanciale. Ma anche se fosse perché c’è il pecorino, oppure perché c’è l’uovo, sarebbe lo stesso: non importa perché, quello che importa è che non può, e quindi per fargliela mangiare serve un’altra carbonaraUna Open Carbonara, che è l’idea lanciata da Barilla per celebrare la giornata dedicata al più noto fra i condimenti della pasta, che si celebra ogni anno il 6 aprile. 

Proprio così: quasi non si è spenta l’eco delle polemiche per l’intervista del Financial Times al professor Alberto Grandi e per la storia del “la carbonara l’hanno inventata gli americani” (che non era solo questo, ma questo è arrivato sulla stampa italiana), ed è di nuovo il momento di reinterpretare e un po’ mettere in discussione uno dei mostri sacri della cucina made in Italy.

Del resto, Barilla non è nuova a queste iniziative: già due anni fa, in occasione del Carbonara Day 2021, l’azienda pubblicò su YouTube un cortometraggio dedicato proprio alle origini del piatto. L’avevamo visto, ci era piaciuto molto e ne avevamo scritto: resta bello ancora adesso, ma non piacerà a puristi e tradizionalisti. 

La ricetta e gli ingredienti della Open Carbonara

Quest’anno l’idea è più o meno la stessa: un docufilm diretto dal bravo Simone Godano che vede lo chef stellato Marco Martini e una squadra di colleghi internazionali alle prese con il piatto più amato dagli italiani nella mensa di una scuola di Roma. Dove c’è appunto il piccolo Gabriele, che “la carbonara non la può mangiare”. 

 

Da qui viene l’idea di realizzarne un’altra versione, più inclusiva e accessibile a tutti: nel cortometraggio si vedono Martini e il suo team usare il sedano rapa “per riprendere il sapore del pecorino”, aggiungere un filo d’olio, un po’ di patate lesse, lo zafferano “per dare il giallo dell’uovo”. E alla fine “sembra lei”. E anche Gabriele la può mangiare: “Accettare la sfida di creare una nuova ricetta aperta a tutti, anche a chi ha allergie, intolleranze, a chi non mangia carne, è stato un grande esercizio da chef - ha spiegato Martini - È davvero stimolante riuscire ad applicare il tema dell’inclusività, una causa che mi appassiona, anche in cucina, per dare vita a nuovi piatti che le persone possano apprezzare ogni giorno. Spero che questo aiuti gli amanti della pasta a rendersi conto che, con qualche accorgimento, è possibile elaborare nuove, fantastiche ricette per tutti”.

Dall’amatriciana al pesto, le 20 ricette inclusive

E questo è in fondo il succo dell’intero progetto Open Recipes di Barilla (che si raggiunge da qui): “La carbonara è uno dei piatti di pasta più amati al mondo, ma per esigenze di salute, differenze culturali o scelte personali, non può essere gustata da tutti. - hanno spiegato dall’azienda - Per questo motivo puntiamo a rendere più inclusiva questa ricetta iconica”. Attenzione: “La carbonara tradizionale rimane e continuerà a essere il punto di riferimento e di ispirazione”, e però “si orienta verso un mondo sempre più sfaccettato e multiculturale”. 

Perché, per dirla con le parole del gastronomo Paolo Tucci, “l'identità alimentare non è un concetto statico ma fluido, che abbraccia persone e generazioni attraversando culture e confini politici in un costante scambio di preferenze, storia personale, ricordi affettivi e nuove connessioni”. E anche la carbonara non è evidentemente immune a cambiamenti ed evoluzioni. 

Se davvero, come emerge da un sondaggio commissionato da Barilla su un campione di 2mila persone, “un italiano su due si sente limitato nell’invitare a cena amici o familiari per via delle diverse esigenze alimentari”, si capisce da dove prenda le mosse l’idea della Open Carbonara e delle Open Recipes, raggruppate in una piattaforma digitale che parte dalle ricette della tradizione per “promuovere una modalità più consapevole di stare insieme, anche a tavola, trasformando il cibo in strumento di inclusione e dialogo interculturale”. Sul sito sono e saranno disponibili circa 20 ricette di pasta, adattate per soddisfare quante più esigenze alimentari possibili, da quelle di vegani e intolleranti al glutine e al lattosio a quelle di chi segue i princìpi dell’alimentazione halal o kosher. 

Non c’è solo la carbonara ma pure l’amatriciana, la cacio e pepe, le fettuccine Alfredo e anche il pesto e il ragù: perché va bene il rispetto per la tradizione, ma anche, secondo Barilla, dev’esserci “la volontà di unire le persone attorno al tavolo attraverso il cibo”. Comunque vogliano, possano o scelgano di mangiare.

La Redazione

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