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Ecco perché siamo intestino. Non solo cervello ed emozioni

pubblicata il 25.05.2018

Vi ricordate  “Siamo fatti così”, cartone animato in onda alla fine degli anni ’80 in cui buffi esserini esploravano il corpo umano? Ci credereste se vi dicessero che voi siete intestino? Non solo cervello, come ci ha detto, finora, la scienza, né solo emozioni e sentimenti, come ci dicono i filosofi. “Non siamo proprio fatti così, come credevamo. C’è un pezzo di noi che concorre alla nostra salute, come cuore e fegato”, ci dice Carlo Alberto Redi, biologo e docente dell’Università di Pavia, oltre che accademico dei Lincei, la più antica accademia scientifica del mondo. “Dire che noi siamo intestino”, continua Redi, non è solo una provocazione”.  Ecco perché saperne di più su come funziona il nostro intestino ci può svelare molto di noi ed ecco cosa abbiamo imparato da una chiacchierata con il biologo Carlo Alberto Redi:

COSA SONO MICROBIOMA E MICROBIOTA - Il microbiota, conosciuto nel caso dell’intestino come flora batterica, è l’insieme di batteri e virus che interagisce con tutti gli organi, mentre il microbioma è la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota, cioè i geni che quest’ultimo è in grado di esprimere in relazione all’ambiente.  Ogni individuo ha il suo microbioma, che però ha una componente condivisa naturalmente con i propri consanguinei, come genitori e figli e con le persone con cui entriamo in relazione, dal partner al vicino di casa.

QUALI SONO LE ULTIME SCOPERTE – Di microbioma e microbiota si parla sempre più spesso poiché ci sono state scoperte scientifiche che hanno confermato che il corpo umano ospita centinaia di batteri di specie diversa, dall’esterno all’interno. Il microbiota sarebbe di fatto un vero e proprio organo che finora l’anatomia non aveva considerato.

DOVE SI TROVA IL MICROBIOTA – Il microbiota è dislocato nel nostro corpo, dalla pelle alla bocca fino ad arrivare all’intestino crasso, dove questi batteri sono per la maggior parte. Il 2% del nostro corpo è fatto di batteri che formano quindi un organo che finora non conoscevamo e che influisce sulla nostra salute, sul nostro umore, su come ragioniamo, sui nostri muscoli, sui nostri nervi. In questa ottica, la microbiomica ci induce a ripensare il significato di individuo umano, che non sarebbe più formato solo da unità distinte. 

COS'E' IL MICROBIOTA INTESTINALE – Quello che una volta veniva chiamato flora batterica coincide con il microbiota intestinale. Questi batteri fanno parte del nostro metabolismo: assimilano sostanze e cedono sostanze importanti, hanno un effetto benefico o malefico su di noi e possono produrre patologie se non stanno bene. Questi batteri sono coinvolti infatti in uno spettro di malattie non solo dell’apparato digerente.

COME AVERE UN MICROBIOTA IN BUONA SALUTE – Un buon stile di vita che parte da una corretta alimentazione è il primo aspetto da considerare per un microbiota in salute. Averne cura significa mantenere una condizione di buona salute che permette di prevenire tante malattie e avere un invecchiamento sano.

QUANDO IL MICROBIOTA NON FUNZIONA BENE -  Il senso di malessere dell’intestino, mancata evacuazione o troppa, crampi, così come eruzioni cutanee e cattiva condizione dell’umore possono essere spie diagnostiche che vanno valutate da un medico. 

COME INTERVENIRE SE QUALCOSA NON VA – Se il microbiota si ammala è necessario ricolonizzare i batteri attraverso l’alimentazione e uno stile di vita adeguato che ad esempio privilegia probiotici e cibi fermentati. Prima o poi arriveremo a una dieta personalizzata che passerà attraverso le grandi catene alimentari. 

QUALI SONO LE PROSPETTIVE – Quello che si può fare in laboratorio è moltissimo: si possono impiegare i batteri del microbiota per fare farmaci o sensori nell’ambiente o ingegnerizzarli in modo che vadano a riconoscere eventuali cellule tumorali. 

QUALI SONO LE IMPLICAZIONI SOCIALI – Se la prima chiave per far stare bene il microbioma e il microbiota è un’alimentazione sana si apre un ulteriore tema sociale: quello di una disuguaglianza nel pianeta, come sostengono nel volume “Genomica sociale” il professor Redi e Manuela Monti. Ci sono infatti quattro miliardi di persone che non mangiano o mangiano malissimo e non hanno accesso all’acqua. Per questo, curare il proprio microbioma vuol dire anche avere responsabilità verso le generazioni a venire. Insomma, come ribadiscono i due autori, "le diseguaglianze sociali si traducono così in diseguaglianze di salute, le quali, non solo vengono trasmesse in maniera intergenerazionale, ma determinano a loro volta diseguaglianze di opportunità, di reddito, di rango sociale in un meccanismo che rinforza lo svantaggio sociale che le ha originate".

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