Intervista al Prof. Seghetti: il 2014 e l'olio extravergine italiano
Docente di chimica agraria e trasformazione dei prodotti agroalimentari presso l'Istituto Tecnico Agrario Statale Ulpiani di Ascoli, accademico nazionale dell’olivo e dell’olio, della Cucina Italiana e di quella di Agraria di Pesaro, il prof. Leonardo Seghetti è una autorità internazionale a livello di extravergini.
Il 2014 è davvero un disastro per l’extravergine italiano?
E’ certamente una delle annate peggiori da parecchi decenni.
Il motivo?
Due, correlati. Anzitutto il meteo. L’inverno scorso non ha portato gelate: per questa ragione la mosca, nemica giurata dell’oliva, non è stata ridotta numericamente. Luglio poi è stato troppo freddo, e la mosca ha iniziato a volare in anticipo. Infine il recente caldo di ottobre l’ha moltiplicata esponenzialmente. Tre evenienze negative infilate una dietro all’altra.
L’altra è stata l’incapacità – a fronte di tutto ciò – di un numero eccessivo di agricoltori di rapportarsi a tutte queste anomalie climatiche.
Il risultato?
Tanti oli targati 2014 hanno alcuni difetti di avvinato (lieve aroma di vino, ndr) e di riscaldo (odore un poco greve, ndr). Ma chi ha saputo lavorare bene in campagna ha prodotto anche quest’anno un grande extravergine.
Mosca, avvinato, riscaldo: il risultato è un extravergine nocivo per la salute?
Assolutamente no! L’extra vergine è sempre – anche in annate difficili – di gran lunga il migliore dei condimenti. Vero è che gli extra vergini di quest’anno contengono meno polifenoli: hanno dunque meno proprietà salutistiche. Ma restano i grassi alimentari più salubri.
Qualche consiglio per gli acquisti?
In genere, rivolgetevi alle aziende di stampo familiare che con l’extravergine ci vivono.
Al netto della annata 2014, che posto ricopre l’Italia nel mondo dell’extravergine?
I migliori produttori italiani sono i migliori del mondo. Senza alcuna possibilità di smentita.
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