Attualità

Il cocco

pubblicata il 05.02.2014

Doveva giungere prima o poi il momento in cui avrei parlato di cocco: era inevitabile. Eccoci dunque alle prese con uno dei frutti estivi per eccellenza, reso celebre da generazioni di venditori ambulanti che solcano le spiagge italiane al classico grido di "cocco bello, cocco fresco". In realtà è facile da trovare durante tutto l'anno sia fresco che essiccato, forma in cui viene utilizzato come ingrediente per preparazioni di pasticceria come torte, biscotti e gelati. Questo perché la Cocos nucifera, famiglia delle Arecaceae, è una pianta che fruttifica in continuazione durante tutto l'anno. La sua zona d'origine è identificata tra l'Indonesia e la Malesia, a partire dalla quale si è poi diffusa in tutte le zone dei tropici grazie all'intervento umano. La palma da cocco è infatti una pianta molto importante da molti punti di vista, tanto da essere chiamata anche albero del paradiso o albero della vita. Nel passato, ma anche nel presente, ci si poteva infatti ricavare cibo, bevande, olio, fribra, legname, paglia, sostanze medicinali, e pure utensili domestici. Per questi e per altri motivi rimane tutt'oggi una fonte di cibo e di ricchezza per molte piccole isole del Pacifico. Il suo commercio a livello mondiale inizia nel 19° secolo, quando gli uomini occidentali arrivano nel Pacifico, dove scoprono questa pianta, da cui ricavano un olio: il primo olio vegetale a venire commercializzato in tutto il mondo. Inizia così un aumento della coltivazione della palma da cocco, che vede un rapido declino dopo la seconda guerra mondiale, quando iniziano ad essere preferiti oli più sani, come quello d'oliva. La palma da cocco si può trovare diffusa un po' in tutto il mondo, ma fruttifica solo nelle zone tropicali e sub tropicali. Arriva a un'altezza di circa 40 metri a maturità e può superare i 100 anni di età. Il fusto è colonnare, lungo e slanciato, di colore grigiastro e segnato dalle cicatrici lasciate dalla caduta delle foglie. Le foglie sono composte, lunghe da 4 a 6 metri e composte da tante piccole foglioline rigide. I fiori giallastri sono riuniti in un'infiorescenza presente all'ascella delle foglie. Il frutto è invece tecnicamente una drupa di grosse dimensioni, all'interno del quale - protetto da un mesocarpo spesso e fibroso, c'è il cocco che siamo abituati a trovare dal fruttivendolo, che rappresenta il seme della pianta. Il cocco può essere venduto tal quale in tutto il mondo, in quanto si conserva tranquillamente per 4 mesi dalla raccolta, grazie alla protezione dell'endocarpo legnoso che protegge la polpa. L'alternativa è quella di estrarre la polpa, detta anche copra, e di essiccarla. A questo punto si può vendere essiccata, in diverse forme, oppure la si spreme per estrarre l'olio. Si tratta però di un olio ricco di grassi saturi, e per questo sconsigliato dai nutrizionisti. Così come ricco di grassi saturi e di calorie è il frutto fresco: sono circa 350 kcal ogni 100 grammi di prodotto. A sua discolpa c'è da dire però che è ricco in sali minerali, in particolare di potassio, caratteristica che lo rende un ottimo reintegratore, soprattutto nel periodo estivo, vista anche la sua elevata digeribilità. In commercio si trovano anche l'acqua di cocco e il latte di cocco. Sono due prodotti completamente diversi. La prima è il liquido che si trova all'interno della noce, ed è anche il segnale della freschezza del frutto: più ce n'è più il frutto è fresco. Per questo normalmente viene ricavata dai frutti ancora acerbi. È ricca di vitamine e sali minerali. Il latte invece si ricava dalla spremitura di cocco essiccato, a cui viene aggiunta acqua. È uno degli ingredienti fondamentali della cucina orientale, spesso usato per stemperare la piccantezza del peperoncino. Immagine: Flickr 

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