Attualità

Ristoranti vietati ai bambini, lo chef Vinciguerra: “Una vergogna”

pubblicata il 01.03.2023

La seconda puntata della rubrica "Post pranzo" dedicata alla cucina vista dai social parla dei locali che rifiutano il servizio agli under 14, partendo da un post su Instagram di Ilario Vinciguerra.

Periodicamente, i giornali italiani scrivono che “sono sempre di più i ristoranti che non accettano bambini” e che questa sarebbe “una tendenza sempre più diffusa nel nostro Paese”. Se ne parla ciclicamente, ma quasi mai si dice quali siano questi ristoranti. Oppure dove siano. 

Se voglio prenotare in un ristorante childfree (si dice così, all’americana) a Genova, a Milano, Roma, Napoli o Crotone, come lo trovo? C’è un elenco, un sito che li raccoglie tutti, una Guida ai migliori Ristoranti Childfree d’Italia? No, non c’è. E nemmeno potrebbe esserci. Perché questi ristoranti fanno una cosa illegale, dunque è comprensibile che cerchino di tenerla un po’ nascosta. Illegale nel senso che (almeno in teoria) nessun pubblico esercizio può rifiutare il servizio a un cliente pagante. Soprattutto basandosi su ragioni anagrafiche.

Instagram, il post dello chef Vinciguerra

Il cuoco, la bambina e la faccia della felicità

E però, come detto, l’argomento torna spesso d’attualità. Di recente lo ha fatto grazie a un post su Instagram dello chef Ilario Vinciguerra, titolare dell’omonimo ristorante di Gallarate, in provincia di Varese. 

Nella foto si vede lo chef accanto a una bimba seduta a un tavolo del suo locale, una piccola cliente che accanto a Vinciguerra pare ancora più piccola: “Lei è Stella, mia cliente di sabato sera con il ristorante pieno - ha spiegato lo chef - Le ho fatto la pasta al pomodoro, proprio io con le mie mani, e le ho messo il parmigiano sopra”. Scrivendo così, sottolineando il fatto di essersi messo lui stesso a cucinare per una bambina, Vinciguerra sembra prendere ancora di più le distanze, metaforicamente e concretamente, dai colleghi che vietano l’ingresso agli under 14. Che è il limite spesso imposto dai ristoranti childfree. 

“Sento ancora dire da clienti che in alcuni ristoranti blasonati non fanno entrare i bambini! Credo che sia una vergogna!”, ha scritto ancora lo chef senza lesinare sui punti esclamativi, come fossero il condimento di un suo piatto. Poi, un altro riferimento a Stella: “Guardate attentamente il suo viso, ha l’espressione della felicità, e questo non ha prezzo”. E in conclusione, una frase rivolta ai colleghi che sembra la parafrasi di un passo del Vangelo (quello di Marco, per essere precisi): “Aprite la porte ai bambini, che sono il nostro futuro, e smettetela di fare i falsi moralisti e pensare solo al Dio danaro”.

I commenti: “La colpa è dei genitori”

Al momento in cui scriviamo, il post ha raccolto oltre 2100 like e soprattutto un centinaio di commenti, praticamente tutti a sostegno delle idee espresse da Vinciguerra. Con qualche distinguo, però.

 Se c’è chi conferma che “noi abbiamo una bambina di quasi 5 anni e in molti ristoranti blasonati non può ancora entrare” e chi applaude alla presa di posizione dello chef, c’è anche chi puntualizza che “se i bambini sono educati ed è stato loro insegnato come si sta a tavola, sono sempre i benvenuti”. Andando in qualche modo a sollevare un punto importante, ricordato da moltissimi commentatori, secondo cui “il problema non sono i bambini ma i genitori”, che è un concetto espresso anche da altri chef: “Il problema non sono loro, ma alcuni genitori che permettono di fare tutto ai propri figli”.

Senza entrare nel merito di questa valutazione sulle capacità genitoriali degli italiani, a noi il commento che è piaciuto di più è comunque un altro: “Far entrare i bimbi nei ristoranti di alto livello e stellati, non solo è una scelta di buon senso e di bontà, ma comporta anche la possibilità di educare i bambini alla buona cucina e al cibo sano e gustoso”. Che ci sembra già un ottimo punto di partenza per farne degli adulti migliori.

Emanuele Capone

Credits immagine pagina Facebook di Ilario Vinciguerra

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