Attualità

Quattro noci in un sacco

pubblicata il 12.12.2012

Un tempo il momento dell'uscita dalla chiesa non dev'essere stato molto simpatico per i novelli sposi. Prima che si iniziasse gettare il riso come segno di augurio, l'usanza era quella di lanciare le noci. Sì, proprio la noce, simbolo di fecondità, ma storicamente frutto, e anche albero, legato a leggende, riti, magie. Perché il noce è l'albero simbolo di Artemide, la Diana greca, trasformata in questo albero da Zeus in persona. È sotto il noce di Benevento che la tradizione vuole che si riunissero le seguaci di Diana, le streghe, le anguane per lasciarsi andare all'ebrezza dei sabba. Il più sfrenato e importante si svolgeva durante la notte di San Giovanni, la notte di mezza estate di Shakespeare, sotto la guida di Erodiade, compagna di Erode, che indusse il re a far tagliare la testa al santo. Il noce (Juglans regia) è un albero maestoso ed elegante, arrivato in Europa grazie ai Greci che dall'Asia minore lo fecero giungere a Roma, da cui poi si diffuse in tutto il continente. Il suo nome latino deriva dal fatto che i greci erano soliti chiamarlo proprio noce reale, per ribadirne la sua importanza. E a partire dai greci il noce attraversa i secoli: citato da Virgilio e Ovidio, ritrovato negli scavi di Pompei, fino al capitolo dei Promessi Sposi in cui Fra Galdino racconta il miracolo dei noci. Il frutto è tecnicamente una drupa con una parte esterna carnosa (l'esocarpo) detto mallo, che a maturità vira dal verde al nero, raggrinzisce e lascia uscire il frutto come siamo abituati a vederlo. La noce è quindi l'endocarpo del frutto, suddiviso in due valve che contengono il gheriglio, la parte edule. Il mallo esterno è un problema a livello commerciale, quindi chi coltiva noci allo scopo di venderne i frutti deve procedere alla smallatura, al successivo lavaggio e poi all'essicazione, in modo da portare il contenuto di umidità a un livello tale da garantire la conservabilità delle noci nel tempo. Dal punto di vista salutistico a questo frutto sono riconosciute importanti proprietà terapeutiche, come ripulire l'organismo da tossine e contribuire a tenere sotto controllo il tasso di colesterolo del sangue. Questo grazie al contenuto in acidi grassi polinsaturi: linolenico e linoleico, ossia omega 3 e omega 6. Grazie al contenuto in vitamina E (tocoferolo) ha anche buone prorietà antiossidanti. Le noci sono anche un ottimo integratore di sali minerali. In particolare la presenza di magnesio rende questo frutto utile anche in casi di inappetenza, stress, stanchezza e lievi stati depressivi. Molti gli usi delle noci in cucina, dai dolci ai piatti salati. Se ne ricava anche un olio, da consumare però fresco perché ha la caratteristica di irrancidire molto velocemente. Impossibile poi non citare il nocino, il liquore ricavato dall'immersione in alcool dei frutti ancora immaturi e ancora circondati dal mallo. Frutti che, guarda caso, vengono raccolti proprio nella notte di San Giovanni. Immagine da Hely's

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