Attualità

Quanto è cambiata la cucina domestica dal 1950 a oggi

pubblicata il 19.10.2016

L’obiettivo di rispondere in modo esaustivo all’interrogativo su quanto dal dopoguerra a oggi sia cambiata la cucina domestica è troppo ambizioso per essere raggiunto in poche righe.

Vogliamo tuttavia provare, attraverso le dieci edizioni del Cucchiaio d’Argento uscite da allora a oggi, a tracciare qualche linea evolutiva (o scopriremo involutiva) sulla cucina di casa degli italiani, da quando bastava mescolare fino a quando tutti abbiamo imparato a spadellare.

1. La donna di casa

“Per poter scegliere saggiamente, la donna di casa dovrà conoscere tanto le caratteristiche dei cibi freschi quanto i sintomi delle alterazioni prodotte dal passare di questa freschezza – e dovrà sapere che cosa deve cercare e che cosa deve evitare quando sceglie l’arrosto della domenica, le fragole per gli invitati o le arance per la famiglia. Dovrà sapere qual è la stagione di ogni frutto e verdura, per avere la qualità migliore al prezzo più basso”. Così recita la prima edizione del Cucchiaio, del 1950 alla voce Gli acquisti.

Sul soggetto destinatario di questi spunti si potrebbe aprire un’interessante discussione di genere, ma limitiamoci alla condotta suggerita. Sessantasei anni dopo, probabilmente per le stesse ragioni, eccoci tutti concentrati su stagionalità, prezzo e soprattutto sintomi, benché le alterazioni degli ingredienti non siano più solo naturali.

2. Regime ingrassante

"Prima colazione: mettete in una scodella una manciata di datteri e mandorle tagliuzzati, aggiungete un po’ di panna; accompagnate con una fetta di pane di segale, e un bicchiere di latte.

Bevete cinque caffè prima di entrare in riunione, aggiungeremmo noi, ma nel dopoguerra il regime alimentare per molti era ingrassante. E via un cucchiaio di latte condensato prima del pasto vi aiuterà ad acquistare peso."

Oggi, c’è ancora bisogno di dieta ingrassante nel mondo ma nelle nostre famiglie e nella giostra del cibo non è più argomento. 

3. I membri della famiglia

"Le ricette di questo libro, quando non è altrimenti indicato, sono calcolate per sei persone”. Siamo nel 1966, oggi le ricette sono per quattro, quelle più lungimiranti per due (i single dividano con lo smarphone, se serve).

4.  Cosa si porta in tavola

Che fine hanno fatto i Canapé? Per chi non lo sapesse "fettine di pane, a volte leggermente abbrustolite, su cui vengono disposti i vari ingredienti”. E per favore, non si pensi ai buffet degli apericena, qui parliamo di preparazioni domestiche in cui “l’occhio vuole realmente avere la sua parte”. E la galantina di pollo e i polpettoni?

Le dosi, la presenza e tipologia di grassi, le porzioni sono cambiate, molte ricette si sono naturalmente evolute mentre di molte non si è più sentito parlare. Ma attenzione, già dal 1950 sul Cucchiaio c’era la ricetta della Angel cake, e sì, è stata una sorpresa anche per noi.

5. Come si porta in tavola

Le immagini delle diverse edizioni del Cucchiaio d’Argento esprimono il cambiamento di mise en place della pietanza. L’abbondanza è protagonista, tanto da ricordare certe derive del foodporn contemporaneo. Olio e condimenti fanno mostra di sé senza remore. L’eccesso è esibito in pentola e nel piatto, dove gli ingredienti sono spesso disposti con perizia a raggiera.  E il fenomeno continua a lungo, perché nemmeno la nouvelle cousine influisce su una tendenza casalinga che per molto tempo sarà ben distinta dalle cucine dei ristoranti.

Ma l’eccedenza di materia si manifesta anche sul set dove accanto al pesce cucinato si staglia spesso quello fresco fino, gli aromi, gli attrezzi per cucinarlo fin quasi alla rete per pescarlo.

Turbanti di riso, creme, ripieni e riproduzioni, dal finto pesce ai finti funghi. E si potrebbe continuare collezionando le ricette per cogliere cambiamenti nel tempo ingredienti, nuovi e scomparsi, mode e manie.

Una conviene ricordarla. Nessun galateo, nessun ricettario di cucina, nessuna religiosa ai fornelli né grande maestro ha saputo prevedere l’imporsi di una nuova condotta in cucina. Ora si fa la spesa, si cucina, si fotografa e si mangia. Cucinare significa prima fotografare e poi nutrire. Stiamo esagerando, certo, ma ‘Si fredda’ non è più un rimprovero, è una lamentela del commensale. 

4.  Cosa si porta in tavola

Che fine hanno fatto i Canapé? Per chi non lo sapesse ‘fettine di pane, a volte leggermente abbrustolite, su cui vengono disposti i vari ingredienti”. E per favore, non si pensi ai buffet degli aperocena, qui parliamo di preparazioni domestiche in cui “l’occhio vuole realmente avere la sua parte”. E la galantina di pollo e i polpettoni?

Le dosi, la presenza e tipologia di grassi, le porzionisono cambiate, molte ricette si sono naturalmente evolute mentre di molte non si è più sentito parlare. Ma attenzione, già dal 1950 sul Cucchiaio c’era la ricetta della Angel cake, e sì, è stata una sorpresa anche per noi.

 

5. Come si porta in tavola

Le immagini delle diverse edizioni del Cucchiaio d’Argento esprimono il cambiamento di mise en place della pietanza. L’abbondanza è protagonista, tanto da ricordare certe derive del foodporn contemporaneo.  Olio e condimenti fanno mostra di sé senza remore. L’eccesso è esibito in pentola e nel piatto, dove gli ingredienti sono spesso disposti con perizia a raggiera.  E il fenomeno continua a lungo,  perché nemmeno la nouvelle cousineinfluisce su una tendenza casalinga che per molto tempo sarà ben distinta dalle cucine dei ristoranti.

 

Ma l’eccedenza di materia si manifesta anche sul set dove accanto al pesce cucinato si staglia spesso quello fresco fino, gli aromi, gli attrezzi per cucinarlo fin quasi alla rete per pescarlo.

 

Turbanti di riso, creme, ripieni e riproduzioni, dal finto pesce ai finti funghi.

 

E si potrebbe continuare collazionando le ricette per cogliere cambiamenti nel tempo ingredienti, nuovi e scomparsi, mode e manie.

Una conviene ricordarla. Nessun galateo, nessun ricettario di cucina, nessuna religiosa ai fornelli né grande maestro ha saputo prevedere l’imporsi di una nuova condotta in cucina. Ora si fa la spesa, si cucina, si fotografa e si mangia. Cucinare significa prima fotografare e poi nutrire. Stiamo esagerando, certo, ma ‘Si fredda’ non è più un rimprovero, è una lamentela del commensale. 

4.  Cosa si porta in tavola

Che fine hanno fatto i Canapé? Per chi non lo sapesse ‘fettine di pane, a volte leggermente abbrustolite, su cui vengono disposti i vari ingredienti”. E per favore, non si pensi ai buffet degli aperocena, qui parliamo di preparazioni domestiche in cui “l’occhio vuole realmente avere la sua parte”. E la galantina di pollo e i polpettoni?

Le dosi, la presenza e tipologia di grassi, le porzionisono cambiate, molte ricette si sono naturalmente evolute mentre di molte non si è più sentito parlare. Ma attenzione, già dal 1950 sul Cucchiaio c’era la ricetta della Angel cake, e sì, è stata una sorpresa anche per noi.

 

5. Come si porta in tavola

Le immagini delle diverse edizioni del Cucchiaio d’Argento esprimono il cambiamento di mise en place della pietanza. L’abbondanza è protagonista, tanto da ricordare certe derive del foodporn contemporaneo.  Olio e condimenti fanno mostra di sé senza remore. L’eccesso è esibito in pentola e nel piatto, dove gli ingredienti sono spesso disposti con perizia a raggiera.  E il fenomeno continua a lungo,  perché nemmeno la nouvelle cousineinfluisce su una tendenza casalinga che per molto tempo sarà ben distinta dalle cucine dei ristoranti.

 

Ma l’eccedenza di materia si manifesta anche sul set dove accanto al pesce cucinato si staglia spesso quello fresco fino, gli aromi, gli attrezzi per cucinarlo fin quasi alla rete per pescarlo.

 

Turbanti di riso, creme, ripieni e riproduzioni, dal finto pesce ai finti funghi.

 

E si potrebbe continuare collazionando le ricette per cogliere cambiamenti nel tempo ingredienti, nuovi e scomparsi, mode e manie.

Una conviene ricordarla. Nessun galateo, nessun ricettario di cucina, nessuna religiosa ai fornelli né grande maestro ha saputo prevedere l’imporsi di una nuova condotta in cucina. Ora si fa la spesa, si cucina, si fotografa e si mangia. Cucinare significa prima fotografare e poi nutrire. Stiamo esagerando, certo, ma ‘Si fredda’ non è più un rimprovero, è una lamentela del commensale. 

4.  Cosa si porta in tavola

Che fine hanno fatto i Canapé? Per chi non lo sapesse ‘fettine di pane, a volte leggermente abbrustolite, su cui vengono disposti i vari ingredienti”. E per favore, non si pensi ai buffet degli aperocena, qui parliamo di preparazioni domestiche in cui “l’occhio vuole realmente avere la sua parte”. E la galantina di pollo e i polpettoni?

Le dosi, la presenza e tipologia di grassi, le porzionisono cambiate, molte ricette si sono naturalmente evolute mentre di molte non si è più sentito parlare. Ma attenzione, già dal 1950 sul Cucchiaio c’era la ricetta della Angel cake, e sì, è stata una sorpresa anche per noi.

 

5. Come si porta in tavola

Le immagini delle diverse edizioni del Cucchiaio d’Argento esprimono il cambiamento di mise en place della pietanza. L’abbondanza è protagonista, tanto da ricordare certe derive del foodporn contemporaneo.  Olio e condimenti fanno mostra di sé senza remore. L’eccesso è esibito in pentola e nel piatto, dove gli ingredienti sono spesso disposti con perizia a raggiera.  E il fenomeno continua a lungo,  perché nemmeno la nouvelle cousineinfluisce su una tendenza casalinga che per molto tempo sarà ben distinta dalle cucine dei ristoranti.

 

Ma l’eccedenza di materia si manifesta anche sul set dove accanto al pesce cucinato si staglia spesso quello fresco fino, gli aromi, gli attrezzi per cucinarlo fin quasi alla rete per pescarlo.

 

Turbanti di riso, creme, ripieni e riproduzioni, dal finto pesce ai finti funghi.

 

E si potrebbe continuare collazionando le ricette per cogliere cambiamenti nel tempo ingredienti, nuovi e scomparsi, mode e manie.

Una conviene ricordarla. Nessun galateo, nessun ricettario di cucina, nessuna religiosa ai fornelli né grande maestro ha saputo prevedere l’imporsi di una nuova condotta in cucina. Ora si fa la spesa, si cucina, si fotografa e si mangia. Cucinare significa prima fotografare e poi nutrire. Stiamo esagerando, certo, ma ‘Si fredda’ non è più un rimprovero, è una lamentela del commensale. 

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