Attualità

Pesca e Nettarina di Romagna IGP

pubblicata il 18.07.2016

La storia e le origini

Il pesco è una pianta presente sulla penisola italiana sin dal I secolo d.C. La sua origine è incerta, anche se, al momento, la tesi più accreditata è che provenga dalla Cina; attorno al II secolo a.C., si diffuse in Siria e successivamente in quasi tutta Europa, soprattutto grazie alle classificazioni operate dai naturalisti francesi. Nel suo nome scientifico, Prunus persica, ci sono, però, ancora gli echi della sua presunta origine mediorientale.

In Italia, ancora alla fine del XIX secolo, il pesco veniva coltivato in giardini e piccoli frutteti e i suoi frutti erano considerati un prodotto elitario, destinato, principalmente, alla nobiltà. La vera svolta nella produzione agricola di questa pianta avvenne in Emilia Romagna, tra fine 800 e inizi 900. In questa regione, grazie a un terreno adatto, a nuove idee e nuove forme di coltivazione, vennero realizzati i primi frutteti specializzati. Da allora, l'Emilia Romagna ha giocato un ruolo fondamentale nel settore peschicolo italiano, tanto da essere l'unica regione ad aver ottenuto, nel 1997, il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta) per le pesche e nettarine di Romagna.

Una garanzia di qualità!

Le pesche e nettarine IGP vengono prodotte all'interno di un territorio ben definito che comprende le provincie di Forlì-Cesena, Ravenna, Ferrara e Bologna, secondo un disciplinare che stabilisce, fra gli altri parametri, la raccolta a uno specifico grado di maturazione, la coltivazione basata sul sistema di produzione integrata e controlli accurati durante tutte le fasi di lavorazione. Sul mercato, le pesche e nettarine di Romagna si distinguono per la presenza del bollino, che viene applicato, dalle oltre 7.000 aziende produttrici iscritte ad un apposito albo, solo ai frutti che passano attraverso il controllo di un Organismo accreditato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Quando si trovano le Pesche e Nettarine IGP? Come sceglierle e conservarle?

Le pesche e nettarine sono disponibili, sul mercato, praticamente per tutta l'estate, ma la maggior parte dell'offerta si concentra fra la fine di luglio e la fine di agosto. Un periodo ottimale per gustare al meglio un prodotto che, a maturazione, si presenta con un colore di fondo giallo e una consistenza leggermente morbida. Basta esercitare una lieve pressione con un dito: se la polpa è leggermente cedevole, vuol dire che il frutto è maturo. Un’ulteriore conferma del momento ideale per il consumo è data dal profumo che, a maturità, è intenso e caratteristico. La nettarina, però, può essere consumata a un grado inferiore di maturazione, quando risulta più croccante. Se i frutti acquistati non sono sufficientemente maturi, basterà conservarli, per alcuni giorni, a temperatura ambiente, all'interno di un sacchetto di carta. Questo consentirà la prosecuzione dei processi fisiologici e metabolici di maturazione. Una volta pronti, i frutti possono essere conservati in frigo ancora per qualche giorno.

Le caratteristiche nutrizionali

La pesca e la nettarina sono un frutto estivo particolarmente apprezzato per il gusto, la succosità e la capacità dissetante. Se ne possono consumare in quantità, considerato che apportano 30 kcal per 100 grammi di prodotto. Garantiscono, inoltre, una buona quantità di fibre solubili, acidi organici, sali minerali e vitamine, tra le quali la provitamina A e la vitamina C.

I diversi impieghi in cucina Le pesche e nettarine di Romagna IGP sono un ottimo spuntino per tutte le ore del giorno, ma si prestano a diversi usi anche in cucina. Trovano, infatti, il loro posto in macedonie, fresche insalate di stagione, composte, marmellate, ma anche come completamento e guarnizione di diversi piatti. Entrano anche nella preparazione di diversi dolci, oppure possono essere preparate al forno, con il vino, caramellate, ripiene. Un intrigante fine pasto.

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