Attualità

A tu per tu con Helmuth Köcher, il cacciatore di vini che ha inventato il Merano WineFestival: “Li scelgo se mi emozionano”

pubblicata il 17.11.2023

Intervista a Helmuth Köcher, fondatore del Merano WineFestival: “Con il vino servono passione e curiosità, più ne assaggi e più impari, percepisci le sfumature e i dettagli”

Oltre 650 aziende vitivinicole, più di 3mila operatori del settore, migliaia di visitatori: gli organizzatori del Merano WineFestival, la cui 32esima edizione si è conclusa lo scorso 7 novembre, hanno di che essere soddisfatti.

E però, non sono i numeri a rendere orgoglioso Helmuth Köcher, ideatore della manifestazione e vero motore di tutto. Sono i sentimenti, come ci ha raccontato quando lo abbiamo incontrato nel corso dell’evento: “Sono fiero della forza, della convinzione, della caparbietà che abbiamo impiegato per portare avanti il MWF e farlo diventare come è ora, che è una cosa che quest’anno ho capito più degli altri anni”. Ancora: “Mi dà gioia vedere così tanta gente aggirarsi fra gli stand, tanti colleghi, tanti addetti ai lavori, tanti visitatori, tutti contenti e che condividono momenti belli. Sono felice della risposta della gente in una manifestazione che può prendere in prestito lo slogan di Slow Food, perché quello che facciamo qui è davvero buono, pulito e giusto”.

Come si diventa wine hunter?

Quello che fanno, in questa cittadina di montagna costeggiato dal fiume Passirio, è una kermesse nata nel 1992 ma la cui idea risale a qualche anno prima, alla fine degli Ottanta: “Nel 1987 ho scoperto la mia passione per il vino, lo assaggiavo e volevo scoprire di più, capirne la storia, capire l’azienda, conoscere le persone che lo fanno - ci ha detto ancora Köcher, che è decisamente più affabile di quello che il suo aspetto signorile lascerebbe immaginare - In Italia c’è un milione di etichette di vino, quelle più conosciute saranno sì e no 300, ma tutte le altre? Come sono? Da dove vengono? Qual è la loro storia? Questo è quello che voglio scoprire e che ho cercato di scoprire negli ultimi 30 anni”.

Per farlo, Köcher si è inventato un lavoro che non è un lavoro: conosciuto nell’ambiente come The WineHunter, questo è quello che fa. Va a caccia di vini, li scopre e li porta nella sua Merano. Così da farli scoprire agli altri: “Non è una professione ma una passione (appunto, ndr), una passione talmente forte che mi ha fatto lasciare il lavoro in Comune a Merano e un buono stipendio, per dedicarmici anima e corpo”. WineHunter non si nasce ma si diventa, secondo Köcher: “Ogni lavoro si può imparare, ma è fondamentale che ci sia la passione”. In tutti i lavori, secondo lui: “Servono dedizione e impegno anche in lavori apparentemente banali”, perché “se lo fai solo per soldi, solo per prendere lo stipendio a fine mese, non vai da nessuna parte”.

La passione è come un faro, e nelle parole di Köcher si accompagna alla curiosità: “Anche per conoscere il vino, per scoprirlo, non servono attitudini specifiche né è necessario nascere con doti particolari”, ma “più ne assaggi e più diventi bravo, percepisci le sfumature e i dettagli”. Poi però devono arrivare le domande: “Perché l’hanno fatto così? Perché ha questo sapore? Come è fatto? Con quali ingredienti?”.

Georgia, Moldavia, Polonia: i territori che non ti aspetti

Köcher queste domande se le fa e poi va a cercare le risposte, andando fisicamente e di persona a scoprire nuovi vini. E visto che è un wine hunter, non potevamo non chiedergli da dove verranno i prossimi vini di successo: “Il clima che cambia sta facendo emergere territori interessanti come la Moldavia, che ha una lunga tradizione vinicola che stiamo riscoprendo ora, con vitigni storici come il Rară neagră (qui un esempio, ndr) - ci ha risposto - Il Regno Unito si sta riprendendo, la Polonia sta crescendo e fa un ottimo Pinot Nero, con una sua tipicità e una sua identità”.

E poi? “La Georgia, i cui vini sono al Merano Wine Festival da oltre 15 anni e dove producono come si faceva una volta, in anfore di terracotta da 3-500 litri, al cui interno viene pressato tutto, l’uva e i raspi, poi si usano mestolo e filtro per recuperare il vino”. È il vino naturale per definizione, ma su cui Köcher si era inizialmente sbagliato (sì, succede anche al wine hunter): “Lo assaggiai anni fa e mi sembrò di bassa qualità ma ero in errore, perché l’avevo approcciato con il palato europeo - ci ha raccontato - Sono vini che vanno sentiti nel loro contesto, vanno capiti, va visto come li fanno, vanno conosciuti. E a quel punto li apprezzi”. Ancora di più “quando scopri che hanno prezzi impensabili da noi, anche intorno ai 5 euro a bottiglia”.

E la Cina, che sembra davanti a tutti ormai in ogni campo? “Su questo deve fare ancora strada, arriverà dove siamo noi fra 50 anni: con la vite non basta la tecnologia, assumere buoni enologi, trovare il terreno e coltivare. Serve tempo e servono cultura e tradizione”.

Due vini italiani su cui puntare

Cultura e tradizione che nel nostro Paese non mancano, quindi a Köcher abbiamo chiesto ovviamente qualche consiglio su vini su cui puntare, da cercare prima che li cerchino tutti. Ce ne ha segnalati due: “Il Montepulciano d’Abruzzo ha enormi potenzialità, è un gran vitigno che è stato scoperto un po’ tardivamente ma che può diventare la prima referenza italiana se i produttori puntano meno sulla quantità e più sulla qualità”. Poi “la Barbera, per cui è stato fondamentale il nuovo regolamento Nizza DOCG del 2014, che prevede il 100% di uva Barbera d’Asti: con quel suo aroma giocherellone può superare il Nebbiolo e avere più successo, perché è più facile, più accessibile a tutti”.

Questo dell’accessibilità e della facilità di approccio è un punto importante che emerge da tanti produttori, perché il vino è innanzitutto un’esperienza personale. Talmente tanto che pure le valutazioni che Köcher fa per decidere quali vini portare al Merano Wine Festival partono da questa soggettività: “Per essere scelto, il vino mi deve dare un’emozione, che è una cosa ognuno di noi capisce subito. Piace o non piace, si parte da lì”. E da lì si arriva poi alle valutazioni e ai premi del MWF, che sono divisi secondo uno schema di 3 livelli: “Il The WineHunter Award Rosso è quello base, per un vino che emoziona; quello Gold al vino che colpisce due volte, non solo ti piace ma anche vuoi saperne di più; il vino premiato con il Platinum non è un vino che bevi ma che sorseggi, che ti fa pensare, con cui si arriva quasi a un livello di meditazione e contemplazione”.

Quanto si deve spendere per un buon vino?

Fondamentale, in questo piacere che il vino sa dare, è l’accompagnamento con il cibo, il cosiddetto wine pairing. Köcher ci ha fatto 3 esempi: “Il Lambrusco è un ottimo vino, ma da solo è come se gli mancasse qualcosa, e quel qualcosa è qualche fetta di mortadella con cui accompagnarlo”. Ancora: “La Schiava, un vino storico dell’Alto Adige che sta riemergendo in questi anni, con lo speck è perfetto e anche lo speck è perfetto con questo vino, si completano e si esaltano a vicenda”. E la stessa combinazione quasi magica è quella che c’è “fra il Lagrein e la carne di cervo”.

Una cosa che invece non è fondamentale è il prezzo, che secondo Köcher non è una variante da tenere in considerazione quando si sceglie un vino. Perché spesso è fuorviante: “Il Masseto costa 800 euro (si vede qui, ndr), è un vino superlativo ma certo non lo è perché costa 800 euro”. In questo, come succede anche in altri campi (nel mondo dell’auto, o della telefonia), “i produttori a volte sbagliano: pensano che se un vino costa poco, le persone non ne percepiscano il valore, e quindi alzano il prezzo artificialmente”.

È importante saper scegliere, insomma: “Il Merlot Cabernet Soma (che è questo, ndr) è un vino che si può trovare a 12-13 euro in enoteca e a 30 euro al ristorante, ma è un vino che va ben oltre il suo valore economico”. Köcher ci ha ricordato che “ci sono ottimi rossi da 15 euro in giù e ottimi bianchi da 10 euro in giù” e che “il loro segreto è che non hanno un nome”. Il segreto è che non sono ancora famosi. Almeno sino a quando li troverà un wine hunter.

Fotografie di Luigi Narici

Emanuele Capone

Condividi

LEGGI ANCHE