Attualità

Fotografare il cibo è da malati

pubblicata il 03.06.2013

La colpa di tutto ultimamente pare essere dei social network, o meglio dei comportamenti che nascono dall'utilizzo dei social network. Ce lo dice anche un recente studio dell'Università di Tel Aviv, secondo il quale c'è una stretta correlazione tra il graduale sviluppo e il peggioramento di sintomi psicotici - come le manie compulsive, l'ansia, la sensazione di  smarrimento - e l’uso intensivo delle comunicazioni virtuali, facebook e chat in primis. Ma c'è il lieto fine: si può facilmente guarire. Più preoccupante, almeno per noi, quanto recentemente dichiarato dalla Dottoressa Valerie Taylor, docente di psichiatria al Women's College Hospital dell'Università di Toronto: chi posta le foto di ciò che mangia nasconde dei problemi. Non che la cosa sia così immediata ed automatica. Il problema, secondo la Taylor, nasce quando si scattano e si pubblicano solo ed esclusivamente foto di cibo. Una mania compulsiva che si riversa su quello che abbiamo nel piatto e che lo fa diventare centrale rispetto a tutto il resto, mettendo in secondo piano le persone e gli affetti. Un vero e proprio feticismo nei confronti del cibo che secondo la Taylor è solo il primo passo verso problemi più gravi. Rincara la dose Mehmet Cengiz Öz, medico e conduttore televisivo, che nella sua seguita trasmissione ha dichiarato che tutto questo interesse verso la fotografia del cibo può portare all'obesità e a disturbi alimentari. Ma non sono solo le fotografie sotto esame. Anche i tatuaggi a sfondo enogastronomico sono considerati un sintomo di malessere e di problemi di comportamento, che possono sfociare in disagi psicologici da tenere sotto controllo. Fotografare il cibo, a casa o al ristorante, è ormai una pratica normale per migliaia di persone appassionate di cibo, ma anche di fotografia. L'abitudine si è talmente radicata che ha spinto alcuni ristoranti a imporre il divieto di fotografare all'interno dei propri locali. Certamente un forte impulso è stato fornito da Instagram, la piattaforma di condivisione di foto nata su iPhone, ma attualmente disponibile anche per smartphone e tablet basati su sistema Android. Dentro ci potete trovare anche molti malati del Cucchiaio. Cercateci.

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