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Cibi freschi più sicuri grazie all’etichetta che cambia colore

pubblicata il 18.10.2016

Come tutti sappiamo, esiste una legislatura a tutela del consumatore che stabilisce le temperature massime di conservazione degli alimenti freschi. Questi valori, se non rispettati, rendono i cibi pericolosi e non commestibili. I frigoriferi dei supermercati sono controllati e impostati rispettando i parametri legali, ma chi controlla gli alimenti durante il trasporto dalla fabbrica ai negozi?

Grazie all’etichetta termocromica sarà finalmente possibile sapere se i cibi che troviamo sui banconi dei supermercati abbiano rispettato la filiera del fresco. L’invenzione, messa a punto da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca e dell’Imperial College di Londra, funziona seguendo a una semplice reazione chimica. Grazie a un pigmento organico applicato alla confezione, se l’alimento supera i 9 gradi per meno di 30 minuti si colora di blu chiaro. Se invece supera i limiti consentiti per più di tre ore e raggiunge la temperatura ambiente, l’etichetta assume una colorazione blu scuro.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Advanced Optical Materials, è stato seguito da Luca Beverina, che ha dichiarato: Le etichette che abbiamo sviluppato sono dispositivi semplici, economici e affidabili in grado di registrare tutta la storia termica di un pacchetto in modo facile e leggibile a occhio nudo. È una soluzione che aiuta produttori e distributori a evitare che alimenti freschi e deteriorati finiscano nello stesso frigorifero.

Sebbene siano ancora da sviluppare, queste etichette potrebbero essere una garanzia importante per i consumatori e i distributori, perché la colorazione è irreversibile ed è impossibile manometterle senza rimuoverle dalla confezione.

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