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Al via l’obbligo dell’etichetta d’origine per pasta e riso

pubblicata il 14.02.2018

La pasta è uno degli alimenti più amati dagli italiani ed è anche il simbolo del Made in Italy nel mondo. Proprio oggi, 14 febbraio, la provenienza del grano con cui è prodotta diventa trasparente per il consumatore, per una spesa sempre più consapevole. È infatti scattato l’obbligo dell’etichetta d’origine per la pasta, che segue di un solo giorno quello del riso, entrato in vigore ieri, allo scadere dei 180 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Cosa significa? Che sulle confezioni di pasta e di riso devono essere introdotte specifiche diciture sul Paese d’origine. Eccole nei dettagli.

Etichetta sulle confezioni di pasta secca con: 1.    Il nome del Paese dove il grano viene coltivato 2.    Il nome del Paese dove il grano subisce la molitura (ovvero la fase della trasformazione in farina) 3.    Se proviene o è stato molito in più Paesi l’indicazione deve essere: Paesi UE (che fanno parte dell’Unione Europea), Paesi NON UE (fuori dall’Europa), Paesi UE e NON UE (se c’è commistione tra Paesi dell’Unione Europea con Paesi che non ne fanno parte). 4.    Se il grano duro è coltivato per metà in un Paese e l’altra parte in più Paesi l’indicazione deve essere: nome del Paese “dominante” e altri Paesi UE o Paesi NON UE (Es. Italia e Paesi UE o Italia e Paesi NON UE)

Etichetta sulle confezioni di riso con: 1-    Paese di coltivazione del riso 2-    Paese di lavorazione del riso 3-    Paese di confezionamento 4-    Se avvengono tutte nello stesso Paese si potrà avere un’unica dicitura con scritto: Origine del riso e il nome del Paese. Es. Origine del riso Italia 5-    Se avvengono in Paesi diversi le indicazioni potranno essere: UE, NON UE, UE e NON UE. Sugli scaffali dei supermercati si troveranno ancora confezioni senza la nuova dicitura, in quanto messe in commercio prima dell’entrata in vigore dei due decreti e che saranno vendibili fino all’esaurirsi delle scorte. L’introduzione dell’obbligo dell’etichetta d’origine per pasta e riso arriva in un momento dove, secondo i dati raccolti da Coldiretti, un pacco di pasta su tre è fatto con grano straniero, mentre per il riso non è italiano un pacco su quattro, ma vengono spacciati per prodotti nazionali.

In più, come sostiene il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo: “Finalmente sarà possibile sapere se nella pasta che si sta acquistando è presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate, proibito sul grano italiano, o se il riso viene dai campi della Birmania sequestrati alla minoranza Rohingya, contro la quale è in atto una pulizia etnica”.

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