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8 formaggi italiani nella Top Ten mondiale, e i francesi danno la colpa all’arbitro

pubblicata il 17.02.2023

La graduatoria di TasteAtlas vede primeggiare Parmigiano Reggiano, gorgonzola, burrata e Grana Padano e scatena il dibattito sui social: “Classifica un po’ losca”, dicono i cugini.

La rivalità fra Italia e Francia va avanti da secoli, secondo alcuni risale all’epoca di Dante, se non addirittura a parecchio prima, a Giulio Cesare e a quelli che allora venivano chiamati i galli.

L’indimenticata testata di Zidane a Materazzi durante la finale dei Mondiali 2006 non ha aiutato, ma questa sfida non si esaurisce certo a un campo da calcio e certamente il calcio non è il terreno di scontro principale. Quel ruolo è riservato alla cucina, dove il confronto si declina solitamente lungo due filoni principali: da un lato i formaggi, dall’altro vini e spumanti/champagne.

8 formaggi italiani nella Top Ten mondiale

Già a fine 2021, su Cucchiaio raccontammo di come vini e formaggi italiani avessero superato i corrispondenti francesi nelle preferenze anche degli stessi francesi, con la mozzarella di bufala e alcuni spumanti che erano stati capaci di fare meglio (nelle vendite) del camembert e di alcuni champagne. Ma quello che è successo a metà febbraio va oltre, e per i nostri cosiddetti cugini è un po’ come se Zidane la testata l’avesse presa invece che data.

Quel che è successo è che TasteAtlas, sorta di Atlante mondiale della Cucina, ha pubblicato la versione aggiornata della sua tradizionale classifica dei formaggi migliori del mondo (è questa) e che la maggior parte sono italiani, soprattutto nella parte alta della graduatoria: il nostro Paese ne ha 18 tra i primi 50, 8 fra i primi 10 e occupa tutte e 3 le posizioni del podio

Davanti a tutti c’è il Parmigiano Reggiano, seguito dalla gorgonzola piccante e dalla burrata; in quarta posizione c'è il Grana Padano e poi tutti gli altri: lo stracchino di crescenza (sesto), la mozzarella di bufala campana (settima, qui la nostra guida per comprarla buona) e il Pecorino Sardo e Toscano (rispettivamente nono e decimo).

Nel resto della Top Ten, le posizioni non italiane sono occupate dal messicano Oaxaca, un formaggio a pasta filante dalla consistenza simile alla mozzarella, e dal portoghese Serra da Estrela, che si fa con il latte di capra.

E i francesi? Per loro, poche, pochissime soddisfazioni: i primi riscontri arrivano solo alla tredicesima e quattordicesima posizione, con Reblochon e Comté, con il celeberrimo camembert che nemmeno compare fra le prime 50 voci della classifica.

Le reazioni in Francia: “Classifica un po’ losca”

È probabilmente anche per questo, cioè per il fatto che la Francia ne esce con le ossa rotte e viene superata pure da Brasile, Polonia e Olanda, che sui principali quotidiani francesi non c’è traccia della notizia: non abbiamo trovato nemmeno una riga su Le Monde, Le Figaro e Le Parisien, che pure hanno (tutti) sezioni online riservate alla cucina o in generale a fenomeni di costume.

C’è comunque un modo per capire come dall’altra parte delle Alpi abbiano accolto la classifica di TasteAtlas, e passa dai social network: il tweet in cui viene riportata la graduatoria è stato visualizzato oltre 9 milioni di volte, ha ricevuto 13mila like e oltre 7mila retweet e soprattutto raccolto oltre 1200 commenti. E a sfogliare quelle migliaia di retweet e commenti, c’è decisamente di che farsi un’idea. 

Iniziando dal cinguettio del comitato della linea ferroviaria Lione-Torino, che parla di classifica “un peu louche”, cioè un po’ losca o comunque dubbia, ma poi ricorda che “quel che è certo è che Francia e Italia si scambiano quasi 150mila tonnellate l’anno di ottimi formaggi” e che (ovviamente) “con la Lione-Torino staranno meglio sui treni che sui camion”. Sotto a questo tweet, e sotto a quello di TasteAtlas che ha scatenato il dibattito, si legge di tutto: italiani che (in francese) ironizzano sul fatto che “quando le classifiche sono favorevoli alla Francia sono buone e invece sono un po' losche quando sono favorevoli all'Italia” o che ricordano che “ne abbiamo così tanti che potremmo sostituire gli 8 formaggi in cima con altri 8 senza perdere qualità e varietà”, altri che gridano allo scandalo, al complotto, che chiamano i connazionali alle armi, che fanno l’elenco dei formaggi francesi che sarebbero dovuti stare in classifica e così via. 

Finendo ovviamente con chi dà la colpa all’arbitro corrotto. Perché va bene che il calcio non è il principale terreno di scontro, ma in qualche modo sempre lì si torna.

Emanuele Capone

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