L’Oltrepò Pavese è una meta da scoprire. Lo dice il Guardian. E noi siamo d'accordo!
Qualche giorno fa su The Guardian è uscito un pezzo dal titolo Hidden Italy: where to stay and what to do off the beaten track. Fra i luoghi fuori dai sentieri battuti, suggeriti da Liz Boulter, ce n’è uno che è una sorpresa e insieme una rivincita. Non si tratta di Urbino né di Menfi (o meglio del Menfishire) e nemmeno del Pollino. La meraviglia viene dal trovare in lista l’Oltrepò Pavese, terra di grande bellezza (e fate attenzione alle parole, non è la bellezza a sorprendere). Ora che il The Guardian ha incoronato l’Oltrepò, Signori, finirà che ci sentiremo più legittimati a farlo anche noi.
Non par vero, ma è sempre stato lì, a due passi da Pavia, da Milano e dalla nostra redazione, con le sue dolci distese di verde, una mappa live di pantoni di ogni stagione.
Cosa scrive il quotidiano inglese?
La giornalista descrive l’Oltrepò per quello che è, castelli, villaggi e paesini e ricorda l’espressione per cui si definisce questo territorio “la Toscana del Nord” (vero, il sospetto è che la metafora non varchi i confini della Lombardia). Ne spiega il nome (Oltre il Po dalla parte della Liguria) e valorizza la sua natura ancora autentica, non trasformata dal turismo. Poi cita Voghera, anzi, la povera Casalinga di Voghera, la descrive e la liquida così: una sorta di metafora dei politici per definire una grande lavoratrice senza pretese. E no cara Liz, la casalinga di Voghera è pura leggenda. È una sineddoche del mondo giornalistico, più che politico, ma se ne sono occupati gli intellettuali italiani di cui andiamo più fieri, da Eco ad Arbasino che pure le dedicò una poesia sulla “Stampa” del 27 aprile 2001: "La casalinga di Voghera / in attesa della corriera / con le sataniste di Mortara / e i fidanzatini di Novara / quando scende il tiggì della sera / sul cavalcavia di Cava Manara / rilegge Montale: Occasioni e Bufera". Come ci ricorda, in un imperdibile articolo, Claudio Marazzini, Presidente della Crusca. E chiude con un monito che, fossimo il sindaco di Voghera, apriremmo un profilo tiktok solo per farlo diventare virale.
“Mettiamo dunque da parte la Casalinga di Voghera, che ha fatto il suo tempo, e tramonta da sola, perché le donne lavorano, non sono più casalinghe se non in minima parte; ma non dimentichiamo che i dati PIAAC 2013 collocano ancora gli italiani, donne e uomini, all’ultimo posto tra i paesi OCSE per la capacità di comprendere un testo (la famosa literacy a cui faccio spesso riferimento)”. Da Morte di una sineddoche: gli Intellettuali e la Casalinga di Voghera.
E poi continua citando Fortunago, uno dei Borghi più belli d’Italia dove, a dir suo, tutte le sere dei fine settimana d’estate si balla in piazza, ma davvero? ma in costume medievale oppure vestiti normali?
Poi continua, giustamente, con il vino (citando una vineria tutta la femminile. Ancora Liz!), il salame di Varzi e così via.
10 cose che vorremmo Liz sapesse, in ordine sparso
1. L’Oltrepò ha dato i natali al padre di Dylan Dog, Tiziano Sclavi
2. È mancato da poco uno dei protagonisti dell’enologia italiana, Lino Maga produttore di Barbacarlo e Montebuono che valgono il viaggio
3. I gioielli dell’Oltrepò sono Fortunago, certo, ma anche Zavattarello, Mornico, Montalto, Romagnese…
4. C’è un Oltrepò turistico quasi modaiolo, Salice Terme (perché c’erano le terme che da un po’ sono chiuse). Nelle calde sere d’estate ci trovano sollievo un po’ tutti e il paese si riempie di luci appese come nei locali più cool di Milano
5. Il “miccone” dell’Oltrepò è patrimonio dell’umanità locale. Buono per giorni e giorni fin da prima che riscoprissimo il lievito madre
6. Menzione speciale a un ristorante che è sempre una garanzia, il Prato Gaio a Montecalvo Versiggia
7. I formaggi del Boscasso sono una bontà e le pecore hanno tutte un nome da prima che fosse di moda
8. La pasticceria Indipendenza, a Broni, fa una torta che si chiama Preferita e se la mangi capisci perché
9. L’eremo di Sant’Alberto di Butrio è un luogo magico
10. Dall’Oltrepò parte l’antica via del Sale, 73 km fino al mare
+1 la fioritura della lavanda, insomma, è anche un po’ la Provenza d’Italia.
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