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Che cos'è, come si prepara e perché fa impazzire i social: 5 risposte sul Katsu Curry

pubblicata il 05.10.2022

Ricetta giapponese a base di maiale, riso e curry, in Italia è diventata molto popolare online a causa del modo in cui si pronuncia: qui ve la raccontiamo, cercando di restare seri. 

È un piatto ma non è solo un piatto: è anche un fenomeno di Internet, un tormentone, un meme, una di quelle cose da social che se non le conosci ti senti tagliato fuori. Però è prima di tutto una ricetta tipica della cucina giapponese: stiamo parlando del Katsukarē, noto anche come Katsu Curry, una specie di cotoletta accompagnata con riso e curry. Nell’ultimo anno ha conosciuto una crescente popolarità, appunto grazie al suo essere diventato un fenomeno della Rete, ma in Italia se ne sa ancora poco: qui rispondiamo alle 5 curiosità più diffuse su questo cibo.

Si chiama Katsukarē o Katsu Curry?

Vanno bene entrambi i termini: il primo nome è la traslitterazione dei kanji giapponesi (gli ideogrammi) che vanno a comporre l’espressione Katsu Curry, che è quella più usata nel Paese d’origine: si chiama così perché è generalmente una cotoletta di maiale impanata (tonkatsu) accompagnata da riso e curry.

Qual è la storia del Katsukarē?

Leggenda vuole che le origini del piatto risalgano al 1948. Shigeru Chiba, un giocatore di baseball dei Tokyo Giants, entrò in un ristorante di Ginza prima di una partita importante: voleva qualcosa che gli desse energia e pretese che gli aggiungessero una porzione di tonkatsu al suo piatto di riso e curry. Come si dice, il resto è storia: il ristorante esiste ancora, si chiama Ginza Swiss, fa cucina yōshoku (giapponese ma ispirata agli usi occidentali) e ovviamente ha ancora il Katsu Curry in menu.

Com’è fatto il Katsukarē e come si usa in cucina?

Gli ingredienti fondamentali che vanno a comporre il piatto sono 3: la cotoletta di maiale impanata, il riso e il curry (giapponese, più delicato e dolce rispetto a quello cui siamo abituati noi), che si preparano separatamente e poi si uniscono prima di servire. Il Katsu Curry è molto sostanzioso e viene generalmente servito come piatto unico, o comunque come piatto principale: visto che la pronuncia della parola katsu ricorda il termine giapponese che significa vincere, è tradizione mangiarlo prima di un evento importante, come un esame, un colloquio di lavoro, una gara. Oppure una partita di baseball.

Quali sono le varianti del Katsukarē?

Sono soprattutto 3: con la cotoletta di maiale sostituita da quella di pollo o di pesce (di solito pesce bianco), oppure vegana, a base di tofu impanato. È però interessante notare che il Katsu Curry è a sua volta una variante di una famiglia amplissima di piatti, quella dei Donburi, che sono scodelle (don) di pesce, carne, verdure o altri ingredienti, lasciati bollire insieme e serviti sul riso. Fra i Donburi, il più noto è il Katsudon: la base è sempre la cotoletta di maiale, abbinata però a uova crude e riso. Nel Katsukarē, come si capisce, c’è il curry al posto delle uova.

Che c’entrano i social network?

Soprattutto in Italia, la popolarità del Katsu Curry si comprende provando a pronunciare il nome del piatto ad alta voce (magari non in mezzo ad altre persone): quell’assonanza con una nostra espressione gergale e non proprio elegante ha generato online innumerevoli gif, meme, foto, clip video e audio e sfottò. Solo su TikTok, l’hashtag #katsucurry ha 51 milioni di visualizzazioni e il meno garbato #kazzocorri sfiora quota 11 milioni. Il punto di partenza è sempre lo stesso: un piatto di Katsu Curry (probabilmente di pesce) e una ragazza giapponese che lo mostra alla telecamera, ne dice il nome e scatena ilarità e battute. Di tutti tranne che della ragazza, presumibilmente.

Emanuele Capone

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