Torniamo ancora nella magica Serralunga d’Alba per parlare di Barolo, di un ottimo Barolo della classica annata 2009, prodotto in una cantina antica, posta proprio al centro del paese in quella piazza Cappellano che rievoca grandi personaggi della storia del Barolo, dal geniale codificatore della formula del Barolo Chinato Giuseppe Cappellano a sua figlia Maria all’indimenticabile Teobaldo.
La cantina si chiama Palladino e le sue origini risalgono a fine Ottocento, quando venne avviata la produzione di vini, mentre la produzione in bottiglia dei diversi vini, da vigneti di proprietà e da conferitori con i quali esistono lunghi contratti di fiducia, ha avvio nel 1978, dopo alcuni lavori di ristrutturazione della cantina. I Barolo prodotti sono ben cinque, Serralunga, Ornato, Vigna Broglio, Riserva San Bernardo, e Parafada tutti realizzati con stile moderatamente tradizionale, con fermentazioni lunghe ma non lunghissime (intorno alla ventina di giorni) e affinamento che avviene esclusivamente in botti grandi solo nel caso del Barolo Serralunga, mentre nel caso degli altri cru avviene per un anno in botti grandi di rovere di Slavonia e per un anno in barriques (225 l) di rovere francese (Allier, Never) 50% nuove e 50% di secondo passaggio. Una formula scelta per salvaguardare il colore e mantenerlo più intenso grazie al passaggio nei legni più piccoli.
Il Barolo 2009 che ho scelto, espressione di una porzione di vigneto molto piccola, 0,67 ettari, posto su terreno argilloso calcareo e ben esposto a sud è il Barolo Parafada, che presenta altitudine varianti intorno ai 300 – 350 metri, e una coltivazione esclusivamente con le sottovarietà Lampia e Michet. Resa per ettaro intorno ai 70 quintali ettaro e come dicevo fermentazione intorno ai 20/22 giorni non tumultuosa in botti di acciaio inox a una temperatura controllata di 26°/28° gradi, con frequenti rimontaggi (3/4 al giorno).
Un gran bel Barolo classico, già buono da bere ora, ma con ottimo potenziale di tenuta e affinamento nel tempo questo Parafada di Palladino, un vino non spettacolare, non da show, ma pensato per essere gustato portato a tavola e abbinato ai classici piatti, dove la carne è protagonista, non ce ne vogliano vegetariani e vegani, della cucina di Langa. Bello il colore un rubino carico squillante, luminoso, ricco di riflessi, di notevole vivacità, e subito un bel naso fragrante, molto Serralunga style, con tanta liquirizia nera, erbe aromatiche prugna e sottobosco in evidenza a comporre un insieme fitto e di notevole profondità.
Al gusto subito protagonista una bella finezza tannica, presente, salda, ma non aggressiva o astringente, abbinata a nerbo, ricchezza di sale e persistenza lunga e precisa, mentre il vino si dispone ampio e strutturato, con buona voluminosità e peso, sul palato. Un gran bel Barolo classico, dall’eccellente rapporto prezzo –qualità.
