Azienda in sostanzioso credito di notorietà rispetto all’anzianità di servizio, più che trentennale, e al livello qualitativo, costante e impeccabile negli ultimi 10 anni, Croce del Moro si trova nel cuore della denominazione bianchista jesina.
L’interpretazione del bianco base è, al contempo, basic e filologica (a chi interessa: malolattica svolta, fermentazione in acciaio, affinamento in cemento): frutto verde e ammandorlato al naso, palato severo, amarognolo, di nocciole, finale tipico della tipologia: asciutto e ancora asciutto. Fronzoli pressoché introvabili.
Nonostante una certa esiguità strutturale, non lo consigliamo freddo, ma fresco. E per una volta non serve un bicchiere firmato dal design supertecnologico. 5 €, e avete letto bene. Riservato però esclusivamente a chi ama il Verdicchio “Verdicchio”: anche perché, dentro la bottiglia, non c’è altro (se invece volete anche territorio e longevità, date una occhiata al resto della gamma, in particolar modo alla Riserva).
