DOC Colli di Rimini Rebola "Vigna la Ginestra" - Podere Vecciano 2007 [8.8]

Oggi che ci lasciamo inebriare da questi vini all'impiedi: coinvolgenti seppur impervi, spesso obliqui, ricchi di progetti e di discorsi. Oggi che siamo capaci di considerare ricchezza anche una piccola imperfezione. Oggi siamo spiazzati di fronte ad un vino convenzionale che è semplicemente buonissimo. Come quando ti trovi di fronte una Mercedes-Benz classe S, magari cinquemila di cilindrata: certo non è ambientale, non è posh, non è trendy, e non è di moda. Però prova a viaggiare sei ore su una di quelle carrozze, e poi ne parliamo. Il filosofo verrà a dire, Ha la trazione posteriore, ma io dico: prova. Ecco, il "Ginestra" ha questo status. È un vino convenzionale, pur da agricoltura biologica: ma non basta perchè ci vuole la biodinamica. E poi! Passa in legno! Diamine! Un bianco! Sei mesi! E poi è morbido! È vellutato! Il "Ginestra" però sta dalle parti di un paglierino elegante, di un naso tondo che del legno porta le nobilità; che di dolce ha l'espressione, di gentile ha il gesto, pur non dimenticando le acutezze verdi vegetali e una bella spiaggia rocciosa. E quel sorso così classico, pare un finanziere di inizio secolo in redingote, così senza tempo: rapido a salire dall'attacco, spesso nel mezzo, elevato d'alcool nel finale. Certo, non crepita d'acidità, nè si inerpica su pareti verticali: ma fila via come un'armo da otto sulle acque piatte di una laguna. Già, solamente un bicchiere buonissimo, con prospettive d'invecchiamento clamorose. NdA: 2007.

Rebola, che è poi la Ribolla, che è poi il Pignoletto, nella pittoresca rincorsa di denominazioni che dice nel nostro paese più di trattati di storiografia. Ansonica in Toscana, Insolia in Sicilia, et coetera. Ebbene, questo "Ginestra" di grande estrazione è giallo denso, con riflesso appena verdino. SI tende sul vetro con bella adesività, in archetti rampanti. Il naso è bello ampio, senza inflessioni ruffiane. Frutto preciso ed esposto subito, linea vegetale tesa, traccia minerale in sottofondo, millimetrica. L'assaggio è maschio fin da subito: schietto ed aggrappante. Poderosa la progressione con passi fermi d'alcool. Pieno il centro, con il sorso che si grava di una tavolozza d'aromi davvero vasta. Lucido il finale, con durezze misurate e una incisività della polpa quasi commovente. Un bicchiere insolito, personalissimo, imperdibile.