Nel tracciare una mappa delle zone italiane dove nascono Riesling (parlo di cose serie come Riesling renano, non di Riesling italico, occorre ricordarsi bene di inserire accanto all’Alto Adige/Süd Tirol (ed in particolare alla Val Venosta), a qualche produttore oltrepadano, alla Langa e Alta Langa, zona da cui ad esempio due ottimi barolisti come Aldo Vaira e Sergio Germano ottengono due vini di altissima caratura, occorre di ricordarsi di inserire di diritto, per merito di singole aziende, più che della vocazione generale dell’area, anche il Garda bresciano.
Intendiamoci subito, non siamo in Germania né in Austria, dove il Riesling si esprime al top come accade con il Sangiovese a Montalcino o con il Nebbiolo a Castiglione Falletto o Serralunga d’Alba, né tantomeno in Australia, dove grandi Riesling ci sono eccome, però qualche azienda di questa meravigliosa zona, l’entroterra del Garda bresciano, noto come
Valtenesi, che merita una visita oltre che per la bellezza sfolgorante del clima e del paesaggio, per la cucina che vi si gusta in svariati locali e anche e soprattutto per oli extravergini d’oliva da urlo, sul Riesling, oltre che sul
vin du pays, il
Chiaretto, e in qualche caso sui rossi con il Groppello, e con i bianchi con il sempre più promettente Incrocio Manzoni, sta facendo cose molto belle. Cose che meritano di essere segnalate e testimoniano la potenzialità e la vocazione di una serie di terreni di tipo morenico dovuti alla deglaciazione dei preistorici ghiacciai alpini, ciottolosi e molto sciolti, con presenza di argilla, ideali per la coltivazione della vite.
Tra le aziende portabandiera di questa via gardesana al Riesling, di sicura qualità, va annoverata, situata in bellissima posizione nell’omonima frazione di Padenghe, l’azienda
Pratello, condotta da
Vincenzo Bertola. Azienda, che comprende anche
un agriturismo, con ristorante, che è collocata su una collina alle spalle del castello di Padenghe, a 200 metri di altezza, con splendida vista su tutto il lago, e comprende 100 ettari complessivi di cui 48 vitati, almeno una ventina completamente rifatti dal 2000 ad oggi, adottando fittezze che arrivano fino a 8500 ceppi/ha, e che comunque non scendono mai sotto i 6250 ceppi ettaro, posti a regime biologico certificato (Istituto Mediterraneo di Certificazione) nel 2004 come conseguenza di una precisa filosofia di vita.
Il
Riesling Lagarder lo conosco da anni ed ebbi modo di scriverne già nel 2009. Si tratta di un Riesling in purezza, da vigneti perfettamente esposti in collina e ben ventilati, a 250 metri di altezza, con resa per ettaro contenuta a 60 quintali, prodotto con una tecnica che prevede macerazione a freddo delle uve diraspate per 48 ore, pressatura soffice, fermentazione (15 giorni) in acciaio e affinamento nello stesso tipo di contenitore, che manifesta una magnifica disposizione, più volte da me verificata, alla tenuta nel tempo, a quello che una volta si chiamava e che io mi ostino a chiamare ancora invecchiamento.
Ad un recente assaggio ho trovato il 2011 ed il 2010 in splendida forma e assai diversi, anche se entrambi intriganti, tra loro. Il 2011, colore paglierino oro squillante, di grande luminosità, più fruttato e agrumato, con note leggermente speziate e addirittura di zafferano, largo in bocca, dotato di una grande spinta e ampiezza, eppure delicato nel modo di presentarsi e di farsi bere e godere. Il 2010, invece, un’esaltazione della mineralità sin dal naso, minerale, petroso, con la pietra focaia dominante, impreziosito il bouquet da note di agrumi, fiori bianchi (gelsomino), pesche bianche e pesche noci sempre bianche, dotato, sin dal primo attacco in bocca, di un grande nerbo e slancio, di una verticalità profonda, di un’acidità perfettamente calibrata e di una grande freschezza.
Due letture, legate ad annate diverse come andamento e come epoca di maturazione e di raccolta delle uve, entrambe di grande soddisfazione, assolutamente ben riuscite ed in grado di trasmettere chiaramente l’idea della potenzialità di questa particolare enclave gardesana su vitigni bianchi come il Riesling. Un vino, il Lagarder, che l’azienda consiglia di abbinare a preparazioni sia di carne che di pesce, nonché con piatti "fumé", come risotto con formaggi affumicati e speck, e che si accoppia bene con scaloppine al formaggio, fettine alla pizzaiola, pollo alle olive verdi, lepre alle verdure salmistrate. A me piace in particolare l’idea dell’abbinamento a pesci di lago e a quella cosa dal gusto deciso che sono le sardine di lago che questo Riesling grazie alla sua fresca acidità riesce perfettamente a sgrassare.